Era stata dichiarata morta dopo essere stata raggiunta da un colpo di pistola alla testa. Abigail Kopf, 14 anni, era una delle vittime del folle che si era messo a sparare per le strade di Kalamazoo, nel Kentucky, uccidendo a caso le persone. Ricoverata in ospedale, i medici avevano tentato di tutto per salvarla, ma alla fine si erano arresi dichiarandola deceduta. A quel punto i genitori della ragazzina erano stati ammessi a darle l’ultimo saluto. Vickie Kopf, la mamma, aveva appoggiato il capo sul petto della sua bambina per un ultimo abbraccio quando si è accorta di qualcosa: una sorta di respiro, o un battito leggerissimo del cuore. Chiamati immediatamente, i dottori attaccarono Abigail al macchinario, avvertendo i genitori che se anche era viva, poteva essere cerebralmente morta, chiedendo anche di avviare l’eventuale dichiarazione di donazione degli organi. Qualche ora dopo, la piccola stringeva la mano della madre, ma i dottori spiegarono che poteva trattarsi di un movimento meccanico che può accadere quando un paziente sta morendo. Ma Abigail era viva: sottoposta a un intervento al cervello, la ragazzina una settimana dopo apriva gli occhi. A questo punto è stata portata a un centro di riabilitazione: oggi i medici dicono che Abigail recupererà le sue funzioni se non del tutto, certamente in modo ottimale. Per la scienza, a salvarla è stata la frattura nel cranio provocata dalla pallottola a permettere al cervello di gonfiarsi senza subire una pressione fatale sul tronco cerebrale. Ma per i genitori, la causa è un’altra: “Crediamo che è stata la sua forza di volontà a mantenerla in vita. Non era ancora pronta ad andarsene, ha un sacco di cose che desidera fare. Non sappiamo se è un miracolo, ma certamente lei ha desiderato portare a compimento ciò che aveva iniziato nascendo”.