Il cosiddetto CyberCaliffato torna a colpire e mette fuori uso l’account Twitter del Comando centrale americano. Gli hacker, che dicono di fare parte dell’Isis e che hanno già annunciato attacchi in tutti gli Stati Uniti, hanno pubblicato un nuovo messaggio di minacce: “Soldati americani. Stiamo arrivando, guardatevi le spalle”, si legge. “Siamo già qui, nei vostri Pc e nelle basi militari”, scrivono gli hacker. “Non ci fermeremo! Sappiamo tutto di voi, le vostre mogli e i vostri bambini. Soldati americani, noi vi osserviamo!”.
Nonostante i sanguinari attacchi dei giorni scorsi, Charlie Hebdo sceglie di non fare passi indietro. Nel prossimo numero della rivista satirica francese, in uscita mercoledì, verranno pubblicate nuove vignette su Maometto, le religioni e la politica. Lo ha annunciato a France Info Richard Malka, avvocato del settimanale nella cui sede parigina hanno perso la vita dodici persone, sottolineando che lo spirito di “Je suis Charlie” significa “anche diritto alla blasfemia”.
Je suis Charlie. E’ lo slogan con il quale due milioni di persone sono scese in piazza ieri a Parigi in ricordo delle vittime dei fratelli Kouachi e di Amedy Coulibaly, i terroristi che da mercoledì scorso hanno ucciso diciassette persone prima di perdere la vita nei blitz delle forze speciali francesi. Una marcia “senza precedenti”, come l’ha definita il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, una manifestazione di dolore e orgoglio che ha coinvolto oltre quattro milioni di persone in tutta la Francia, anche se i dimostranti sono stati così numerosi da rendere impossibile ogni stima. “Parigi è la capitale del mondo”, ha detto ieri il presidente Francois Hollande prima di sfilare insieme a cinquanta capi di stato e di governo, mano nella mano, accanto ai cittadini. In prima fila presenti anche Benjamin Netanyahu, premier israeliano, e Abu Mazen, presidente dell’Autorità palestinese, protagonisti dell’infinito conflitto israelopalestinese: accanto a loro anche Matteo Renzi, Angela Merkel e David Cameron. Prosegue intanto la caccia a Hayat Boumeddiene, moglie del terrorista Coulibaly e donna più ricercata di Francia: secondo quanto riportato da diversi quotidiani, però, la terrorista sarebbe già fuori dai confini europei e avrebbe varcato il confine fra Turchia e Siria l’8 gennaio scorso.