Aumenta la rivolta in Siria. La sede del partito al potere, il Baath, è stata incendiata. E’ successo nella città di Latakia, il cuore degli alawiti, stirpe a cui appartiene al famiglia Assad, quella che detiene il potere ormai da decenni. Un fatto quindi doppiamente significativo. Si registrano anche alcuni morti tra i manifestanti, sempre secondo notizie non ufficiali ma che arrivano in occidente tramite Twitter. Anche Facebook è fonte di informazione e soprattutto serve ai manifestanti per organizzare le loro discese in piazza. Esattamente come successo in Egitto, la Rete si sta rivelando fonte di rivolta fondamentale. Akl momento i morti nel paese sarebbero almeno un centinaio.
La pagina Facebook “The Syrian Revolution 2001” ha raggiunto gli 85mila iscritti e qui si pubblicano appelli in arabo e in inglese per la mobilitazione. Nel tentativo di calmare i dimostranti, il governo aveva rilasciato circa 200 detenuti, ma non è servito a calmare gli animi. La rivolta si propaga per tutto il paese. A Daara, nel sud, le forze dell’ordine hanno impiegato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Venerdì era stata abbattuta la statua dell’ex presidente della Siria, Hafez al Assad. Sopra era stato messo uno striscione con le parole, “Il popolo vuole la caduta del regime”. Anche nel villaggio di Tafas è stata incendiata al sede del partito Baath. In Siria lo stato di emergenza che di fatto permette al regime di mantenere il potere è in vigore dal 1963.