In Eritrea è in atto un colpo di stato militare. Secondo fonti ancora poco approfondite che arrivano dal paese africano, alcuni soldati dell’esercito stanno cercando di prendere possesso delle istituzioni. Al momento avrebbero già occupato la sede della televisione di stato, il ministero delle comunicazioni e la sede della Banca centrale eritrea. Anche l’aeroporto della capitale Asmara sarebbe caduto sotto il controllo dei militari insorti. Sempre secondo le le notizie che arrivano dalla ex colonia italiana si tratterebbe di un piccolo gruppo di militari con a disposizione un paio di carri armati e niente di più. Non rappresenterebbero infatti la maggioranza delle truppe: soldati fedeli al capo di stato Isaias Afeworki infatti si starebbero muovendo per scontrarsi con i ribelli cercando di circondarli. L’Eritrea è indipendente soltanto dal 1993 quando riuscì a staccarsi dall’Etiopia che da quando finì il dominio italiano mantenne l’occupazione del piccolo territorio. Dal 1993 l’Eritrea è invece governata da Afeworki che ha istituito un regime dittatoriale. Da quando infatti Afeworki è stato eletto dalla assemblea costituente non si sono più tenute elezioni nel paese. L’Eritrea fu la prima regione occupata dagli italiani all’inizio dela loro avventura coloniale, verso il 1880. Da questo territorio cercarono di spingersi verso quello dell’Etiopia cercando di occuparlo anch’esso ma furono sanguinosamente sconfitti nella battaglia di Adua che fermò il tentativo di occupazione dell’Etiopia fino al 1936. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale e dell’occupazione italiana, le Nazioni unite decisero che l’Eritrea sarebbe stata federata all’Etiopia, ma dopo pochi anni l’autonomia dell’Eritrea venne cancellata e la regione nel 1962 venne annessa totalmente all’impero etiope. Negli anni settanta nasce così una autentica guerra civile che si trascina a lungo per l’indipendenza dell’Eritrea che culmina con un referendum nel 1993 nel quale il 99% della popolazione vota per l’indipendenza. Da allora la costituzione non è mai stata applicata e i diritti civili mai applicati con la scusa della situazione critica del paese dovuta all’Etiopia.
Al momento si potrebeb dunque pensare, ma sono solo congetture, che i militari ribelli vogliano porre fine al regime del presidente incarica per costituire una autentica democrazia, ma è ancora presto per qualunque tipo di valutazione del genere.