Un parlamentare del partito AKP di Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che anche in Germania rischiano di ripetersi omicidi ai danni di esponenti del partito curdo PKK, come avvenuto a Parigi all’inizio di questo mese. Mehmet Ali Shahin ha sottolineato che l’uccisione delle tre attiviste nella capitale francese era finalizzata a sabotare il processo di pace che il governo di Ankara di recente ha lanciato per mettere fine al problema curdo. Ilsussidiario.net ha intervistato Selin Sanli, giornalista della tv pubblica turca TRT.
Per quale motivo il parlamentare Shahin ha parlato dei rischi di un nuovo attentato in Germania?
Francia e Germania hanno sempre sostenuto il PKK. I curdi fanno parte della Turchia, viviamo insieme da secoli e per gran parte della nostra storia abbiamo convissuto pacificamente. A partire dal 1981 il PKK ha attuato una serie di stragi che hanno provocato 600mila morti, sia tra i turchi sia tra i curdi. E’ una cifra insostenibile, un bollettino di guerra che ha provocato danni enormi alla nostra economia.
Per quale motivo la Turchia non vuole riconoscere l’identità nazionale del popolo curdo?
Di recente i curdi hanno ottenuto diversi risultati significativi. Da un paio di anni hanno chiesto e ottenuto una tv nella loro lingua. Sempre di recente hanno ottenuto di studiare la loro lingua a scuola. Le notizie su omicidi o torture ai danni di curdi in Turchia sono false. Il governo del mio Paese ovviamente non può riconoscere il PKK, che è un’organizzazione terroristica. I curdi sono rappresentati in Parlamento, dove possono presentare le loro proposte, ed Erdogan ha fatto di tutto per accontentarli.
Davvero ne è convinta?
Il nostro governo vorrebbe a tutti i costi il cessate il fuoco e la trattativa con il PKK. Quella che è in corso nel nostro Paese è una guerra continua che fa danni senza fine: non solo si perdono delle vite, ma si sprecano anche risorse ingenti in termini di tempo e di denaro. Il punto è che la Turchia è in forte sviluppo economico e questo dà fastidio ad alcuni Paesi europei, in primo luogo a Francia e Germania. Parigi e Berlino vorrebbero che la guerra intestina tra turchi e curdi continuasse, perché in questo modo il nostro sviluppo si fermerebbe, azzoppando un pericoloso competitor che infonde paura all’Unione Europea. Quanto è avvenuto in Francia, e ciò che secondo Shahin potrebbe avvenire in Germania, dipende da questa situazione.
Di fatto in che modo Francia e Germania fomentano la guerra tra governo turco e PKK?
Shahin ha dichiarato che in Germania e in Francia alcune organizzazioni legate al PKK sono riconosciute e sostenute. Fondazioni e partiti servono da copertura per l’organizzazione terroristica presente in Europa, ed è contro questo fatto che ha puntato il dito Shahin. Secondo il governo di Ankara, Hollande e la Merkel devono estradare questi ricercati in Turchia. Si tratta di terroristi, non di curdi, noi non abbiamo niente contro il popolo curdo, ma uno Stato non può riconoscere un’organizzazione sovversiva.
Eppure il PKK sembra pronto a rinunciare alla lotta armata …
Il PKK vorrebbe deporre le armi, 600mila morti in 30 anni sono troppi anche per loro, è una tragedia enorme per entrambe le parti. Abbiamo versato troppo sangue, troppe lacrime e troppo dolore. Il problema però è che ci sono tanti terroristi anche in Germania che appartengono e operano nel nome del PKK, trovano fondi, inviano denaro, sono sostenuti dal governo della Merkel e sono liberi di compiere quello che vogliono. Un terrorista curdo non è un terrorista soltanto in Turchia, ma è pericoloso anche in Germania. Il governo di Berlino dovrebbe quindi restituire questi ricercati alla Turchia, o comunque non dovrebbe permettere che operino nel nome di una fondazione per ingrossare le fila del PKK in Turchia.
Quindi lei vuole dire che dietro l’uccisione delle tre donne curde a Parigi ci sarebbero i servizi segreti francesi?
Sono scenari probabili, ma non posso dirlo con certezza perché non ne ho le prove. La polizia francese non è ancora riuscita a spiegare chi abbia commesso l’omicidio, finora non ha trovato indizi e quindi sono tante le piste possibili. Il sospetto di Shahin è che dietro ci siano i servizi segreti francesi e tedeschi, il cui obiettivo sarebbe sabotare la trattativa tra Turchia e PKK. Mi rendo conto che lo si possa trovare assurdo, ma purtroppo sono cose che succedono. Di recente è stato assassinato un mafioso di origini curde, che vendeva le armi al PKK comprando droga. Il suo obiettivo probabilmente era fermare la trattativa in corso per alimentare nuovamente l’odio dell’organizzazione terroristica contro lo Stato turco.
(Pietro Vernizzi)