Il Pakistan ieri ha votato per scegliere i 342 rappresentanti dell’Assemblea nazionale e quattro assemblee provinciali. Tre le liste politiche che si sono sfidate per ottenere la maggioranza relativa: il Partito del popolo pakistano (PPP), la Lega musulmana pakistana Nawaz e il Movimento pakistano per la giustizia (Pti) alla cui testa c’è Imran Khan, ex campione di cricket. Ha rivendicato la vittoria l’ex premier Nawaz Sharif, leader della formazione di centro destra Lega dei Musulmani (Pml-N).
Ieri a seggi aperti un risciò parcheggiato è esploso mentre stava votando un candidato del partito laico Awami National Party (Anp), Amanullah Mehsud, provocando 11 vittime e numerosi feriti. Solo pochi giorni fa era stato assassinato Chaudhry Zulfikar, il pubblico ministero pakistano che stava indagando sull’attentato del 2007 nel quale morì Benazir Bhutto. La sua morte aveva segnato il culmine di una sanguinosa campagna elettorale, dall’inizio della quale erano stati commessi 62 omicidi. Ilsussidiario.net ha intervistato il giornalista pakistano Xavier Patras William.
Che cosa ritiene che ci sia dietro l’assassinio di Chaudhry Zulfikar?
La situazione politica in Pakistan è molto instabile. Molti politici e candidati sono stati minacciati o uccisi, e non è stato permesso loro fare campagna elettorale. In questo scenario quanto è avvenuto giovedì provoca molta preoccupazione e tensione. L’assassinio del pm Zulfikar potrebbe essere un punto di rottura per l’equilibrio del Paese.
In che senso?
Secondo diversi commentatori pakistani, l’obiettivo di questo omicidio poteva essere quello di far cancellare le elezioni. Un obiettivo mancato, ma resta il fatto che ci sono alcune forze che stanno lavorando per destabilizzare il Pakistan. Lo dimostra per esempio la morte di una spia indiana in una cella a Lahore avvenuta pochi giorni fa.
Ritiene che l’uccisione di Zulfikar sia collegata alle sue indagini sulla morte di Benazir Bhutto, che vedono coinvolto anche l’ex premier Pervez Musharraf?
Sì, esiste un legame. Dietro agli atti di violenza che stanno sconvolgendo il Pakistan ci sono diverse fazioni organizzate, e quindi temo che le forze dell’ordine non saranno in grado di arrestare i mandanti. Il Partito Popolare Pakistano, cui apparteneva Benazir Bhutto, in passato è stato molto preso di mira dai terroristi. Nel 1996, quando Benazir Bhutto era primo ministro, suo fratello Murtaza fu assassinato, eppure lei stessa non fu in grado di arrestare le persone che lo avevano ucciso.
Per quale motivo le elezioni sono ritenute una minaccia da chi vuole destabilizzare il Paese?
Ci sono diversi soggetti che lavorano per destabilizzare il Pakistan e sanno che il nuovo governo nella situazione che si è creata giocherà un ruolo molto importante. Il terrorismo e l’intolleranza stanno crescendo in modo molto pericoloso, anche sei terroristi hanno da sempre cercato di destabilizzare il Pakistan. Gli estremisti non vogliono che un partito laico salga al potere.
E ora cosa accadrà?
Quando lo scorso marzo una folla a Lahore ha bruciato le abitazioni dei cristiani, uccidendo due persone e ferendone altre due, il governo si è limitato a svolgere un ruolo puramente formale. Nell’attuale scenario tutte le minoranze religiose vivono nella paura costante, a causa della grave intolleranza che c’è nel paese. L’odio degli estremisti contro i cristiani continua a crescere insieme al loro rifiuto di accettare qualsiasi opinione delle altre persone. La situazione si sta facendo sempre più difficile, e se questo continua si creerà una pressione enorme dal punto di vista politico. Se chi ha vinto le elezioni non sarà in grado di controllare questa situazione, non riuscirà a restare a lungo al potere. O riuscirà a porre un freno al terrorismo e all’intolleranza religiosa e a garantire la libertà religiosa, oppure scoppierà la guerra civile.
(Pietro Vernizzi)