Si è tenuto il primo atteso confronto televisivo della campagna elettorale che vede coinvolti Barack Obama e Mitt Romney. E si è concluso nettamente a favore del candidato conservatore con un Obama che, come ha detto a Ilsussidiario.net Alberto Simoni, “è apparso come un pugile suonato che aspettava soltanto il gong”. Un commento che oggi praticamente tutti condividono, se si pensa che un sondaggio condotto dalla Cnn ha dato il 67% di preferenze a Romney. Che cosa è successo al presidente degli Stati Uniti per giustificare questa clamorosa sconfitta? E che peso avrà adesso nel prosieguo della campagna elettorale? Per Simoni bisogna intanto chiarire che se è vero che Obama è un grande arringatore di folle, non è mai stato molto abile nei dibattiti e nei confronti davanti a un rivale. Inoltre “ha voluto tenere il confronto su toni molto politicamente corretti e non abbassarne il livello, sperando di riuscire a ribattere gli attacchi di Romney. Ma ha fallito in questo tentativo”.
Oggi sono tutti concordi nel dire che Obama ha perso alla grande il primo confronto televisivo della campagna elettorale 2012.
Sì, è stato un Obama decisamente in difficoltà. Già il linguaggio del corpo aveva fatto capire questa sua difficoltà, un linguaggio che parlava di un Obama in crisi: testa china senza mai guardare negli occhi il suo avversario quando rispondeva. Sembrava un pugile suonato che aspettava il gong senza riuscire a riprendersi.
Il livello generale del dibattito come è stato?
E’ stato un dibattito caratterizzato da mancanza di gaffes e assenza di battute, e ha fatto un po’ specie vedere il presidente così in difficoltà.
Forse Obama ha sottovalutato il dibattito perché si sente sicuro del suo vantaggio attuale?
No, assolutamente. Sfatiamo subito un mito. Obama è sicuramente un grande oratore, bravissimo nel trovare le parole ad effetto, nell’arringare la gente, nel vendere sogni e speranze. E’ sicuramente una sua dote. Ma questo non significa che sia invece bravo nei dibattiti. Se pensiamo ai dibattiti del 2008 con John McCain si può dire che allora sicuramente vinse, ma senza dominare e schiacciare il rivale. In più c’è un altro fattore importante: erano quattro anni che Obama non faceva un dibattito, mentre Romney è abituato. Ma a mio modo di vedere il primo vero motivo della débacle di ieri è il fatto che Obama aveva deciso di apparire con un tono presidenziale. Cioè come presidente degli Stati Uniti: non voleva abbassare il livello delle sue argomentazioni.
Cioè?
Obama sapeva che Romney avrebbe attaccato; sperava di riuscire a contenere questi attacchi ed elegantemente ributtare la palla nel campo avversario. Ed è questo invece che non gli è riuscito.
Si potrebbe dire che si è sopravalutato…
E’ stato tropo “polite”, troppo corretto, e a un certo punto non riusciva più a parare i colpi perché erano colpi fattuali. Romney infatti è stato molto bravo per tutto il corso del dibattito e questo ha spiazzato Obama.
Si dice che Obama cercasse il dialogo con il suo avversario.
Ha provato a replicare da presidente cercando il confronto su un terreno elevato e non è voluto andare su quel terreno che gli americani chiamano “negative”, cioè l’attacco diretto. Ad esempio non ha puntato sui vari scandali fiscali che hanno colpito recentemente il suo avversario. Questo evidentemente in un dibattito televisivo lo ha pagato caro perché ha lasciato condurre a Romney la partita.
Quanto pesa un dibattito televisivo nelle sorti della campagna elettorale americana?
Ogni dibattito così come ogni campagna presidenziale fa storia a sé. Tanti dibattiti televisivi hanno pesato sull’andamento della campagna elettorale e poi sul voto finale e tanti dibattiti sono passati del tutto inosservati e ininfluenti. Di solito il dibattito influisce quando qualcuno fa una gaffe o quando qualcuno fa una battuta particolarmente ad effetto.
Tipo?
Penso a Reagan contro Mondale quando disse: non approfitterò della sua esperienza basata sulla sua giovane età, che era un modo per rovesciare le accuse che venivano fatte proprio a Reagan di essere troppo anziano per un secondo mandato. Oppure gaffe come quelle di George Bush Senior quando venne ripreso a guardare l’orologio oppure a sospirare a microfoni aperti. Non so se il dibattito di ieri cambierà il corso della campagna elettorale, sicuramente cambia il momento. Teniamo conto che Obama era favorito, i sondaggi lo danno in testa soprattutto negli Stati chiave e questo, si sa, è la cosa decisiva.
E Romney invece?
Fino a ieri non convinceva, mentre ora il dibattito riuscito lo mette sotto una nuova e più fresca luce. Questo sicuramente può cambiare quanto meno la campagna nei prossimi dieci o quindici giorni. Bisogna vedere se riesce a mantenere questa forza e freschezza che ieri si è conquistato.