Ancora uno schiaffo all’Italia, l’ennesimo da parte del Brasile. I rapporti rischiano di lacerarsi ulteriormente a causa della pervicacia con cui il paese sudamericano si ostina a proteggere Cesare Battisti, il terrorista che negli Anni di Piombo si rese responsabile, in Italia, della morte di 4 persone, crimini per i quali venne condannato in contumacia a 2 ergastolo. Non solo il 9 giugno, la Corte suprema brasiliana ha ratificato la decisione di non concederci la sua estradizione, ma sembra che Brasilia stia compiendo tutti i passi opportuni perché si senta sempre più a casa propria. Il Consiglio nazionale dell’Immigrazione brasiliano ha, infatti, dato l’ok alla concessione del visto di permanenza. Si sono dichiarati a favore del rilascio del documento 14 membri del Consiglio, 2 hanno votato contro, uno si è astenuto, mentre 3 erano gli assenti. Il Consiglio, presieduto da Paulo Sergio de Almeida, ha dibattuto per tre ore prima di deliberare. Ha deciso di conferire il visto al terrorista perché ha un contratto di lavoro con la casa editrice Martins Fontes, per la quale scrive i propri libri. Fino ad oggi non si era fatto vedere in pubblico, dal momento che al momento del suo arresto aveva un passaporto italiano falso e nessun’altro documento valido.
Nel frattempo, è stata indetta, sabato, una manifestazione di fronte all’ambasciata spagnola in Italia, a Roma, davanti a piazza Savona per «contestare la posizione del governo e della magistratura carioca in merito alla concessione di libertà per il pluriomicida Cesare Battisti». Il sit in è stato organizzato dal “Comitato Orange” mentre in un comunicato del In un comunicato diffuso dal Movimento Res – Roma Europa Sociale, si legge: «Il Brasile avvalendosi di giochetti politici e della protezione dei tanti intellettuali sinistroidi continua a calpestare la sovranità nazionale dell’ Italia, che ha già condannato l’assassino a 2 ergastoli, oltre che la memoria delle vittime».