Un attacco militare preventivo da parte degli Stati Uniti alla Corea del Nord non servirebbe a neutralizzare le capacità balistiche e nucleari di Pyongyang. Questa è la tesi di Michael Green, vicepresidente per l’Asia del Center for Strategic and International Studies, esposta alla stampa sudcoreana. Non solo non distruggerebbe per intero le capacità della Corea del Nord, ma «rischierebbe di innescare una guerra che infiammerebbe la Corea del Sud e il Giappone e potrebbe causare milioni di vittime». L’ex direttore per gli affari asiatici del Consiglio di sicurezza Usa durante la presidenza di George W. Bush ritiene anche che un attacco preventivo alla Corea del Nord rappresenterebbe una minaccia per gli Stati Uniti, «perché anche senza missili balistici la Corea del Nord può trasferire armi nucleari a gruppi terroristici». Washington dovrebbe convincere la Cina ad esercitare tutta la sua influenza su Pyongyang. (agg. di Silvana Palazzo)
I TIMORI DELL’EX CAPO INTELLIGENCE USA
Le continue schermaglie tra Stati Uniti d’America e Corea del Nord e lo scenario di una Terza guerra mondiale. Preoccupazioni che sono condivise anche da James Clapper, ex numero uno della intelligente americana: Clapper, intervenuto ai microfoni della CNN, si è detto allarmato per “il possibile scoppio di una guerra mondiale”. Ma non solo: infatti, l’ex capo degli 007 statunitensi Clapper ha criticato aspramente il modus operandi del presidente Donald Trump, il cui atteggiamento rischia di provocare la goccia che farà traboccare il vaso. Il comportamento dell’ex imprenditore americano, infatti, potrebbe generare e causare l’inevitabile reazione da parte del regime del dittatore Kim Jong-un. Alta tensione tra le due superpotenze, che tra simulazioni di test missilistico-balistici e frecciatine tra leader potrebbero presto dare vita al conflitto armato. Una pericolosa partita a scacchi tra Pyongyan e Washington, con la preoccupazione intorno al nuclare coreano. (Agg. Massimo Balsamo)
ATTACCO USA PREVENTIVO?
Continua ad essere pesante il clima da Terza Guerra Mondiale che vige soprattutto a causa delle tensioni che si respirano tra Stati Uniti e Corea del Nord. Ogni giorno potrebbe essere propizio per nuove provocazioni, e la novità starebbe proprio nell’atteggiamento degli Usa, non più propensi ad attendere e basta quelli che sono i comportamenti della controparte. Il direttore della CIA, Mike Pompeo, starebbe infatti spingendo con pressioni tangibili su Donald Trump per convincerlo ad attaccare per primo Pyongyang, senza pensare troppo a possibili conseguenze che potrebbero peraltro riguardare un’opposizione sempre più debole da parte della Cina. Questo perché secondo le informazioni in possesso della CIA; tra pochi mesi la Corea del Nord, nel suo piano di sviluppo missilistico, potrebbe davvero essere in grado di attaccare efficacemente gli Stati Uniti, causando davvero in quel caso un effetto domino imprevedibile, per le sorti del conflitto e di tutto il pianeta.
IL TRATTATO FRA CINA E COREA DEL NORD
In molti considerano una mossa nordcoreana poco probabile proprio a causa della grave rappresaglia che si scatenerebbe: un gesto militare che comporterebbe quasi certamente la fine immediata del regime politico di Pyongyang. Gli Usa però non vorrebbero arrivare a tanto e starebbero pensando a un attacco preventivo proprio per soffocare sul nascere l’ipotesi che Pyongyang possa concretamente organizzare un’offensiva. Certo, come detto c’è la presenza ingombrante di Pechino a controllare la situazione, visto che dal 1961 c’è un trattato che prevede come la Cina debba garantire in caso di aggressione subita immediato supporto militare a Pyongyang. Tale trattato vedrà però scadere i suoi effetti nel 2021 e Pechino non sarebbe affatto intenzionata a rinnovarlo. Dunque potrebbero essere proprio gli umori della Cina la cartina di tornasole per convincere Trump ad effettuare o meno un attacco preventivo sulla Corea del Nord: nel frattempo, la CIA continua a lavorare nell’ombra.