Riecco lo spettro del Ku Klux Klan, che rispunta dal passato e svolazza per la campagna americana. Sono giorni concitati questi per gli Stati Uniti d’America: l’elezione di Donald Trump a presidente, infatti, continua a destare polemiche, ultima delle quali quella dell’appoggio al politico repubblicano dell’organizzazione razzista e xenofoba Ku Klux Klan. Subito dopo la vittoria di Donald Trump, il gruppo dei Cavalieri Bianchi, una delle varie organizzazioni che si dichiarano appartenenti al Ku klux Klan, ha espresso gioia per la sua vittoria contro Hilary Clinton, e lanciato una marcia di supporto del Presidente il 3 dicembre in North Carolina. Non si conosce ancora la città precisa, ma è certo che la dichiarazione dell’organizzazione razzista ha suscitato un grande sdegno tra la popolazione americana, una parte della quale sembra non essere affatto contenta della vittoria del tycoon: dopo la sua elezione, infatti, scontri sono scoppiati in numerose città americane, e almeno 16 persone sono state arrestate a New York durante queste manifestazioni di protesta organizzate.
Ma perché il Ku Klux Klan sostiene Donald Trump? Nonostante siano in molti ad asserire che il tycoon sia in realtà più innocuo di quello che è sembrato durante le elezioni, le dichiarazioni razziste del candidato repubblicano durante la campagna elettorale non sono di certo mancate: alcune di queste sono state così forti – come quando propose di vietare l’ingresso ai musulmani negli Stati Uniti – che è normale quindi che abbia attirato le simpatia di vari gruppi razzisti e xenofobi, tra cui il temibile e antico Ku Klux Klan. Che, per bocca di un suo ex appartenente, David Duke, avrebbe rivendicato il merito nella sua vittoria alle elezioni. Cosa ne penserà Donald Trump di questo appoggio? Vero è che l’ex avversario di Hilary Clinton non si è mai fatto problemi a esternare posizioni razziste, omofobe o contro le donne, ma certo è che la società americana tutta non ha molto in simpatia il terribile Ku Klux Klan.