“Per caso qualcuno su Al Jazeera ha mai sentito la notizia di un tassista ucciso dai manifestanti pro Morsi solo perché era cristiano?”. No, non s’è vista e tantomeno sulle televisioni occidentali, che quando si tratta di riportare le notizie dal mondo arabo si affidano per la quasi totalità a quel che dice Al Jazeera. A dire così è Wessam Fadl, ex corrispondente dall’Egitto di Al Jazeera, autore di un clamoroso auto licenziamento (insieme ad altri suoi colleghi) dopo anni di lavoro presso la televisione. Il motivo? Lo ha detto lui stesso: “Menzogne palesi e copertura di parte degli eventi”. Fadl e gli altri colleghi hanno deciso di andarsene perché non accettavano più l’informazione a senso unico di Al Jazeera, il che significa sostenere solo movimenti come i Fratelli musulmani e censurare tutti gli oppositori del radicalismo islamico. In questa intervista esclusiva Fadl racconta a ilsussidiario.net i retroscena di una televisione che l’occidente ha sempre preso come fonte di informazione.
La posizione politica di Al Jazeera in un certo senso è nota da lungo tempo. Perché in luglio lei ha deciso di dimettersi?
In effetti, Al Jazeera ha sostenuto la rivoluzione del 25 gennaio e io e tanti altri abbiamo pensato che il sostegno andasse agli egiziani, invece Al Jazeera sosteneva solo la Fratellanza musulmana. Quando i Fratelli musulmani si sono schierati contro gli egiziani è diventata evidente la verità su Al Jazeera. Io e Kareem Mahmoud (ex reporter di Al Jazeera e della Bbc) ci adoperammo molto perché l’emittente riportasse le notizie in modo obiettivo, ma non ci siamo riusciti.
Può fare qualche esempio di notizie non obiettive di Al Jazeera sui recenti fatti egiziani?
Per esempio, ignorando le violenze dei Fratelli musulmani, non trasmettendo le proteste di milioni di egiziani contro Morsi. O dicendo che erano solo i cristiani a protestare contro Morsi. Un tassista è stato ucciso dagli islamisti solo perché era un cristiano: notizie come queste non potrete mai vederle su Al Jazeera.
La disinformazione ha giocato un ruolo rilevante nelle proteste in favore di Morsi dopo la sua deposizione?
Sicuramente. Chiese cristiane sono state bruciate a causa di Al Jazeera. Il candidato presidenziale Saleem Al Awa (considerato un esponente dell’islamismo moderato, ndr) ha detto ad Al Jazeera che “le Chiese hanno armi per uccidere i musulmani”. Dichiarazioni come queste sono state un incitamento ad attaccare i cristiani e 83 chiese sono state bruciate in base a simili “notizie”.
Karem Mahmoud ha dichiarato che il management in Doha “ha un programma contro l’Egitto e altri Paesi arabi”. Anche lei è d’accordo e in cosa costituirebbe questa “agenda”?
Sono del tutto d’accordo. Il Qatar è l’unico sostenitore dei Fratelli musulmani tra i Paesi del Golfo e, insieme alla Turchia, sta tentando di mettere l’Egitto sotto il controllo della Fratellanza. Vogliono un Egitto non libero, sottomesso, controllato da fascisti per poterne usare le risorse.
Le autorità egiziane, di recente, hanno arrestato alcuni giornalisti di Al Jazeera e chiuso alcune reti che appoggiavano la Fratellanza musulmana. C’è ancora libertà di stampa in situazioni come queste?
Questi giornalisti sono stati arrestati per i loro discorsi pieni di odio. Per esempio, Emad-eldin Elsayed, un sostenitore della Fratellanza, ha riportato notizie false e nel suo profilo su Facebook si può vedere il logo di R4bia (movimento in favore di Morsi, che prende il nome dalla piazza in cui si sono svolte le manifestazioni, ndr), con richieste ad eserciti stranieri di invadere l’Egitto per sostenere Morsi. Questo è tradimento. Alcuni, poi, non sono stati arrestati in quanto giornalisti, ma perché manifestarti armati, come “Al mwahed B-Allah”.
Durante la sua presidenza, Morsi ha avuto la forte opposizione di diversi giornali, come Al-Masry Al-Youm e Al-Shuruq. Se è un dittatore, come mai non ha impedito questa opposizione da parte dei media?
Perché non poteva! I giudici egiziani sono onesti e non li poteva controllare. Aveva già tentato di fermare Bassem Youssef (cardiologo e conduttore di un programma televisivo satirico, ndr) e membri della Fratellanza hanno citato in giudizio il quotidiano Al Masry Al Youm. Hanno perfino assassinato El Husseini Abu Deif, un giornalista che aveva aperto gli archivi della Fratellanza, e così loro lo hanno ucciso.
Cosa pensa del modo in cui Al Jazeera sta coprendo la guerra in Siria? E’ corretto oppure no?
Ho pensato che fosse obiettivo fino a quando ho incontrato degli amici siriani, che hanno cercato rifugio dalla violenza in Egitto. Entrambe le parti in Siria stanno uccidendo gente, ma Al Jazeera fa vedere solo i crimini di Assad e non quelli dei ribelli.
(Paolo Vites)