Julia Gillard è il primo ministro australiano, leader del partito laburista. Si dichiara ateo e non credente, ma è un tipo di ateo un po’ diverso dalla maggioranza. Lei, ad esempio, legge la Bibbia e lo considera un libro di importanza fondamentale.
Non sostiene la religione, dice, ma quello che siamo si è inevitabilmente formato e basato dalla Bibbia e quel libro è parte importante della nostra cultura. Non si può capire, aggiunge, la letteratura occidentale senza avere come chiave di lettura la storia biblica. Dice anche che è importante per tutti capire la propria storia alla luce della Bibbia. Personaggio brillante, la Gillard ha anche avuto l’idea di sfidare il suo rivale in politica Tony Abbott leader dell’opposizione e cattolico praticante nonché ex seminarista, a una gara a chi sa recitare più versi della Bibbia a memoria. Ma non è la sola dichiarazione sorprendente da parte di un ateo. Ancor più significativo, visto il dibattito in corso ormai in tutto il mondo occidentale, è il suo parere sull’eutanasia. Dice Julia Gillard: “La politica dei pro eutanasia non è mai riuscita a soddisfare, a offrire sufficienti garanzie”.
Il fatto è che, dice, le leggi pro eutanasia aprono la porta allo sfruttamento e forse all’insensibilità verso le persone nella fase finale della loro vita. Julia Gillard, che si definisce una persona che crede “nella cortesia e nella parsimonia, nella forza del dovere fare e nella disciplina” ha le idee chiare anche in fatto di matrimoni gay. Dice infatti: “Mi trovo ad essere sul lato conservatore a causa della strada attraverso cui la nostra società è arrivata ad essere come è, e ci sono alcune cose importanti del nostro passato che devono continuare ad essere parte del nostro presente e parte del nostro futuro”.