Sono ripresi i bombardamenti nella zona orientale del Ghouta da parte del regime siriano. La tregua di trenta giorni approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu è durata solo qualche ora. Il bilancio è di sette morti e almeno trenta feriti, stando a quanto rivelato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’Ong ha segnalato due bombardamenti e «scontri tra le forze del regime il gruppo ribelle di Jaich al-Islam». Intanto Francia e Germania hanno fatto appello alla Russia affinché faccia pressione sulla Siria, di cui è alleato, per l’applicazione «immediata» della tregua umanitaria. Lo ha riferito l’ufficio della cancelliera tedesca Angela Merkel in seguito alla telefonata con il presidente russo Vladimir Putin e il capo di stato francese Emmanuel Macron. «È cruciale che la risoluzione (Onu) venga resa operativa velocemente e in maniera complessiva». Merkel e Macron, come riportato da Askanews, hanno «fatto appello alla Russia in questo contesto per esercitare la massima pressione sul regime siriano per ottenere un’immediata sospensione dei raid aerei e dei combattimenti». (agg. di Silvana Palazzo)
REGIME VIOLA L’ACCORDO E BOMBARDA I RIBELLI A GHOUTA
Doveva durare 30 giorni almeno la tregua umanitaria in Siria: è durata di fatto qualche ora. Questa mattina infatti il regime di Assad ha nuovamente attaccato la Ghouta orientale, la roccaforte dei ribelli filo curdi alle porte di Damasco: come riporta Il Corriere della Sera pochi istanti fa, «È stata bombardata due volte Chifouniya, una località alla periferia di Duma e un corrispondente della France Press ha riferito di raid aerei e fuoco di artiglieria». Una tregua che sarebbe dovuta essere la vera svolta del lungo e infinito conflitto in Siria, e invece si è tramutata nell’ennesima farsa di questa assurda e folle corsa alla morte; secondo l’ambasciatrice degli Usa Nikki Haly, che ha parlato prima dei bombardamenti di questa mattina, «Rispondiamo in ritardo alle sofferenze a Ghouta – ha commentato l’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley -. Oggi abbiamo votato una risoluzione che poteva essere approvata giorni fa. Per ogni giorno e ogni ora che abbiamo aspettato la Russia, quante madri hanno perso i loro bambini?». Purtroppo, nonostante la speranza comunque infine portata dalla firma della tregua, non è bastato nulla. Oggi nuove bombe e nuovi morti: innocenti. (agg. di Niccolò Magnani)
CONSIGLIO DI SICUREZZA APPROVA LA TREGUA
Dopo molteplici rinvii, è stata approvata all’unanimità ieri una risoluzione che prevede un cessate il fuoco “di almeno 30 giorni” per la Siria. Per evitare il veto della Russia, il testo è stato modificato più volte. Si chiede che “tutte le parti cessino le ostilità senza ritardi per almeno 30 giorni consecutivi in Siria per una pausa umanitaria duratura”. In questo modo possono essere consegnati regolarmente gli aiuti umanitari e di servizi, e consentita l’evacuazione medica dei malati e dei feriti più gravi. Per gli Usa è una risposta “tardiva”. A parlare è l’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley: “Abbiamo votato una risoluzione che poteva essere approvata giorni fa. Per ogni giorno e ogni ora che abbiamo aspettato la Russia, quante madri hanno perso i loro bambini?”. La diplomatica statunitense auspica che questa risoluzione sia “un punto di svolta” che spinga Mosca ad unirsi alla comunità internazionale “per far cambiare corso al regime di Assad”.
SIRIA, TREGUA UMANITARIA: MA È SCONTRO USA VS RUSSIA
Da domenica 18 febbraio proseguono i raid aerei del regime siriano a Ghouta, alle porte di Damasco. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, in quel sobborgo da oltre 400 mila abitanti sono stati uccisi oltre 500 civili, tra cui 127 bambini. La replica della Russia agli Stati Uniti ,dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione per la tregua umanitaria in Siria, non si è fatta attendere. “Non c’è solo Ghuta”, ha dichiarato – come riportato dal Corriere della Sera – il Rappresentante permanente russo all’Onu, Vassili Nebenzia. Quest’ultimo ha spiegato che la Russia ha imposto ritardi al voto perché la deadline di 72 ore per l’inizio del cessate-il-fuoco non era realistica. L’ambasciatore russo ha poi attaccato gli Stati Uniti: “Siamo profondamente preoccupati per gli attacchi arrivati da esponenti dell’amministrazione di Washington alla Repubblica Siriana”.