“Mi auguro che trovino una strada per risolvere il problema greco e anche una strada di sorveglianza per non ricadere in altri Paesi nello stesso problema, e che questo ci aiuti ad andare avanti, perché quella strada del prestito e dei debiti alla fine non finisce mai”. Così Papa Francesco ha commentato i recenti sviluppi riguardo la Grecia nel consueto colloquio con i giornalisti durante il volo di ritorno a Roma dal viaggio in America Latina. “Io non capisco bene com’è la cosa, ma certamente sarebbe semplice dire: la colpa è soltanto di questa parte – ha aggiunto Jorge Bergoglio – I governanti greci che hanno portato avanti questa situazione di debito internazionale, hanno anche una responsabilità. Col nuovo governo greco si è andati verso una revisione un po’ giusta”. Poi il Santo Padre ha proseguito: “Mi hanno detto un anno fa più o meno, che c’era un progetto nelle Nazioni Unite per il quale un Paese può dichiararsi in bancarotta, che non è lo stesso che il default, ma è un progetto che ho sentito e che non so come è andata, se era vero o no. Lo dico per illustrare come una cosa che ho sentito, ma se un’impresa può fare una dichiarazione di bancarotta, perché un Paese non può farla e così si va all’aiuto degli altri?”.
“Io ero ad Atene domenica e lo dico chiaramente: Tsipras ha tradito il referendum e la democrazia”. Lo scrive su Facebook il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) che il 5 luglio scorso era volato in Grecia insieme ad altri esponenti del Movimento di Beppe Grillo per sostenere la consultazione popolare indetta dal premier elenico. “La Grecia era ad un passo dalla sua libertà, dopo il referendum doveva solo tenere duro ai tavoli europei, purtroppo però è mancato l’attaccante per andare a rete”, si legge ancora nel post. Secondo Di Maio “in Grecia aumenterà l’Iva e si farà una riforma delle pensioni peggio della Fornero, si svenderanno altri beni di Stato e il turismo sarà massacrato dall’abolizione del regime agevolato per le isole. Vedo il Pd esultare, Ncd fare salti di gioia, anche i partiti (la cosiddetta sinistra italiana) che erano in piazza ad Atene, adesso gridano vittoria. Vorrei scandalizzarmi, ma non ci riesco. Mi meraviglierebbe il contrario”.
Le reazioni dei movimenti anti-euro e in generale di tutti i critici delle politiche comunitarie dell’Europa vedono ovviamente di cattivo occhio l’accordo raggiunto con la Grecia. In Italia il commento del leader del Movimento 5 Stelle è molto duro e come di norma provocatorio, con Grillo che tuona al colpo di stato sul suo profilo twitter: «La strategia dell’eurogruppo, quella del terrore: colpirne uno per educarne 19. #ThisIsACoup». Di pari livello il commento di un altro fervente anti-Europa come il segretario leghista Matteo Salvini: «L’accordo greco? Una buffonata. Mi pare che l’Ue (Germania in testa) si sia comprata la permanenza della Grecia nell’Euro promettendo 80 miiardi di in cambio di svendite e regali alle solite multinazionali». Ce l’ha con tutti Salvini, da Renzi («non si permetta di far pagare anche un solo euro a noi italiani») al molto “poco rivoluzionario” Tsipras, considerato un codardo. «Se questa è l’Europa, bella roba» aggiunge il leader della Lega Nord.
L’accordo storico è giunto nella notte e da pochi minuti è disponibile già il testo, un pdf di 7 pagine, pubblicate dall’Eurogruppo in cui sono scritti i termini precisi della contrattazione tra creditori, eurozona, Bce e governo greco guidato dal premier Alexis Tsipras. Il testo è diviso in tre parti, nella prima si precisa che per ottenere un nuovo prestito da parte del Mes è necessario che il governo ellenico dia seguito ad immediate riforme: solo dopo questi prime due riforme – Iva modificare e sistema pensioni da rifondare – l’Eurogruppo deciderà di dare mandato alla Ue, alla Bce e al Fmi di negoziare il memorandum definitivo. Nella seconda parte sono invece indicate una serie di riforme a medio termine (varie professioni da liberalizzare), mentre la terza e ultima parte del documento prevede le modalità di attuazione dell’intero accordo, indicando chiaramente che «il governo greco deve consultarsi e concordare con le istituzioni tutte le bozze di legge sui temi che riguardano le richieste dei creditori internazionali». Alla fine, si è poi concordato di lasciare la gestione del fondo al governo greco e di non portarla in Lussemburgo, come avrebbe invece voluto la Germania. Clicca qui per leggere l’intero accordo tra Eurogruppo e Grecia.
Uno dei principali attori di questo storico accordo tra la Grecia e l’Europa che scongiura la tanto temuta Grexit, è stato certamente il presidente della repubblica francese Francois Hollande che al termine della seduta fiume dell’Eurogruppo di stanotte-stamani ha affermato in conferenza stampa che «l’accordo è stato trovato e la Francia lo voleva. Ha vinto l’Europa intera, la cui credibilità sarebbe stata minata se non si fosse trovato un accordo oggi sulla Grecia». Per il capo dell’Eliseo la Grecia voleva restare nell’area dell’euro e il nostro dovere era di permettergli di farlo, «lo stato ellenico non chiedeva l’assistenza o la carità ma chiedeva dei principi di solidarietà». Hollande ha poi confermato che la dichiarazione finale pubblicata al termine dell’eurozona sulla Grecia verrò esaminata mercoledì dall’Assemblea Nazionale di Parigi, come del resto faranno tutti i parlamenti europei nazionali.
Appena trovato l’accordo arrivano le prime dichiarazioni ufficiali di Alexis Tsipras, appena lasciato l’Eurosummit dove per tutta la notte è andata avanti la negoziazione fino all’accordo storico di questa mattina. «L’applicazione dell’accordo sarà difficile, ma abbiamo lottato duro a Bruxelles e ora lo faremo in Grecia contro gli interessi consolidati». Per il premier greco, la decisione che allontana definitivamente la Grexit frutterà condizioni di stabilità finanziaria e darà la possibilità del rilancio. La Grecia, ha poi aggiunto Tsipras, attuerà le riforme radicali per liberarsi dalle oligarchie, assicurando che il peso dei sacrifici ricadrà solamente su coloro che non hanno pagato durante la crisi. In conclusione la frecciatina ad alcuni tecnocrati europei, «abbiamo combattuto una dura battaglia e abbiamo scongiurato i piani dei circoli conservatori d’Europa per lo strangolamento finanziario della Grecia e il collasso del suo sistema bancario».
Sarebbe una cifra compresa tra gli 82 e gli 86 miliardi quella che l’Unione europea concederà alla Grecia secondo i primi dettagli che fuoriescono dell’accordo raggiunto questa notte. Domani e mercoledì il parlamento greco dovrà approvare alcune leggi al proposito dopo di che partirò il piano di aiuti. Della cifra, circa 25 miliardi saranno usati per ricapitalizzare le banche, al momento l’intervento più urgente, in quanto i cittadini greci sono ancora privati dell’uso dei bancomat a parte i 60 euro giornalieri a ripartire da mercoledì.
“L’Eurosummit ha raggiunto unanimemente un accordo. Tutti pronti per il programma Esm per la Grecia con riforme serie e sostegno finanziario”. Lo ha annunciato su Twitter il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk. Sono state necessarie quasi 17 ore di trattative, ma alla fine l’ipotesi Grexit è stata definitivamente esclusa e Atene potrà ricevere nuovi aiuti in cambio di riforme. “L’accordo è stato laborioso e ha richiesto tempo ma siamo soddisfatti: non ci sarà nessuna Grexit”, ha commentato il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Tra domani e mercoledì, ha fatto invece sapere il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, il parlamento greco “dovrà legiferare” sull’accordo stabilito in queste ore. “Se tutto va bene – ha detto – entro la fine della settimana può essere deciso il mandato per negoziare il sostegno dell’Esm”.
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Si è concluso con un nulla di fatto l’Eurogruppo organizzato oggi a Bruxelles per discutere della crisi greca. “Abbiamo fatto molta strada e risolto molti punti, ma ci sono ancora alcuni grandi temi da affrontare”, ha commentato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Il vertice dei 19 ministri delle Finanze si sarebbe chiuso con un ultimatum rivolto alla Grecia che dovrà approvare alcune riforme fondamentali (come Iva, pensioni e privatizzazioni) entro mercoledì 15 luglio. Queste richieste sarebbero contenute in una bozza di accordo annunciata dal ministro delle finanze finlandese Alex Stubb. “L’Eurogruppo – recita parte del testo – prende nota di un possibile programma con bisogni finanziari tra 82-86 miliardi come valutato dalle istituzioni”.
“Possiamo raggiungere un accordo, se tutte le parti lo vogliono”. Lo ha detto Alexis Tsipras arrivando alla riunione dell’Eurosummit in programma alle 16 di oggi. Il premier greco si è detto “pronto per un compromesso onesto. Lo dobbiamo ai cittadini europei che vogliono un’Europa unita e non divisa”. L’accordo sembra però sempre più lontano, come confermato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che ha parlato di una situazione “estremamente difficile”. Da una parte infatti “c’è un peggioramento dell’economia”, ma “si è anche perso il valore più importante, che è la fiducia”. “I nervi sono tesi e i negoziati saranno duri ma non ci sarà un accordo a qualunque costo”, ha aggiunto Merkel.
Facendo uscire la Grecia dall’euro, anche solo temporaneamente, la Germania provocherebbe “un conflitto di vasta portata” e “catastrofico per l’Europa”. Lo avrebbe detto il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, citato da Bloomberg. “Sarebbe fatale per la reputazione della Germania in Europa e nel mondo, se Berlino non dovesse ora cogliere l’occasione di accettare le offerte di Atene”, ha aggiunto Asselborn in un’intervista al Sueddeutsche Zeitung. “La responsabilità della Germania è enorme”.
Secondo indiscrezioni, l’Eurogruppo di ieri sera sarebbe stato interrotto a seguito di un duro scontro tra il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. “Non prendermi per stupido”, avrebbe detto Schaeuble mentre Draghi spiegava come evitare l’uscita della Grecia dall’euro. La riunione è poi ripresa questa mattina alle 11 ma la soluzione sembra ancora lontana, mentre oggi pomeriggio si riuniranno i capi di Stato e di governo dell’Eurozona. “Continuiamo a lavorare per raggiungere un accordo per iniziare i negoziati, e noi riteniamo che ci siano le condizioni per farlo”, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Si allontana l’accordo sulle proposte fornite da Atene per ottenere un nuovo programma di aiuti. Alla lista dei Paesi contrari all’apertura di un negoziato con Atene si sarebbe da poco aggiunta anche la Finlandia, dove il Parlamento ha respinto l’ipotesi salvataggio. E’ la Germania a guidare la schiera dei Paesi che non intendono fornire nuovi aiuti, vale a dire Lettonia, Lituania, Belgio, Olanda, Estonia, Slovacchia e Austria. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”, il ministro delle finanze di Malta, Edward Scicluna, avrebbe reso noto che il debito greco si avvicina al 200% del Pil: questo potrebbe scoraggiare altri Paesi a fornire aiuti alla Grecia.
“Credo sia molto improbabile che la Commissione europea ottenga oggi un mandato per avviare negoziati formali riguardo al terzo programma Esm”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, confermando che “le discussioni sono molto complesse. Speriamo di fare altri progressi oggi”. Sulla questione greca è intervenuto anche il premier italiano Matteo Renzi: “Non posso immaginare un’Europa senza Grecia”, ha detto in un’intervista ad Al Jazeera, come riportato su Twitter dall’intervistatrice Barbara Serra. “Sarebbe un’Europa senza importanti valori e senza un certo stile di vita. Penso però che stiamo spingendo il governo greco nella giusta direzione perché non possiamo obbligare i cittadini italiani, francesi a fare le riforme e poi dare il messaggio che questo è fondamentale per noi, ma non per la Grecia”.
Con un post su Twitter, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha annunciato di aver cancellato il summit europeo a 28 in programma oggi a Bruxelles. Rimane invece confermato alle ore 16 l’Eurosummit a 19 che andrà avanti “fino a quando concluderemo i colloqui sulla Grecia”, ha scritto Tusk. Alle 11 riprenderà anche l’Eurogruppo sospeso ieri notte, dopo il quale il presidente dell’Eurogruppo, il ministro olandese Jeroen Dijsselbloem, ha definito “difficili” i negoziati.
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“L’ostacolo più grande resta la mancanza di fiducia. Mi aspetto ora azioni concrete dal governo greco per quelle misure che sono necessarie e per ricostruire quella fiducia necessaria che permetta la ripresa dei negoziati. Abbiamo perso così tanto tempo, non ne possiamo perdere altro”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan pafrlando con i giornalisti al suo arrivo all’Eurogruppo di Bruxelles. “Le nuove posizioni del governo greco sono molto più costruttive e concrete – ha aggiunto – e questo è un bene perché purtroppo abbiamo perso cinque mesi in modo inconcludente”.
Riprendono oggi alle 11 i lavori dell’Eurogruppo a Bruxelles sulla crisi greca. Il vertice che riunisce i ministri delle Finanze dell’eurozona dovrà discutere del piano di riforme presentato venerdì scorso da Atene in cambio di un nuovo programma di aiuti e scongiurare l’ipotesi Grexit. Alle ore 16 di oggi è invece in programma sempre a Bruxelles la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo dei 28 Paesi Ue. Le trattative si fanno però difficili e molti ministri sembrano scettici sul fatto che il popolo greco possa accettare quelle stesse condizioni che ha di fatto bocciato con il referendum del 5 luglio scorso indetto proprio dal governo Tsipras. “Penso che sarà una riunione piuttosto difficile, sui contenuti e ancor più sulla fiducia”, ha detto ieri il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, secondo cui il punto maggiore di discussione è su come l’esecutivo ellenico possa “atttuare le riforme, le misure e gli sforzi di risanamento dei conti pubblici che promette”. L’ipotesi Grexit al momento rimane esclusa, ma Berlino avrebbe immaginato un’uscita “a tempo” dall’euro per 5 anni della Grecia: secondo alcuni quotidiani tedeschi sarebbe questo l’unico compromesso che la Germania potrebbe accettare per dare il via alla ristrutturazione del debito greco.