Il premier Berlusconi si è incontrato con il suo omologo tunisino per discutere di un piano di rientro degli immigrati e per ostacolare futuri flussi migratori.
Il premier Berlusconi, assieme al titolare del Viminale Roberto Maroni, è volato a Tunisi per ideare una strategia comune stioppi gli sbarchi di clandestini in Italia che consenta alla Tunisia di riprendersi i propri migranti, dietro un congruo compenso di 300 milioni di aiuti. «Siamo in un Paese amico per risolvere i nostri problemi in un clima di collaborazione e di amicizia», ha dichiarato il premier parlando con il suo omologo Beji Kaid Essebsi.
Al termine del vertice il capo del governo ha manifestato moderato ottimismo, spiegando che il governo tunisino ha espresso l’intenzione di «esaminare la questione». Il Cavaliere ha, poi, sottolineato come sussista la «volontà di trovare una soluzione». Per facilitare la missione, «il ministro dell’Interno – ha detto – lascia qui una commissione di tecnici al lavoro e domani tornerà per verificare il lavoro fatto e sottoscrivere un accordo». Per porre fine alla vicenda, uno degli elementi imprescindibili sarà il «controllo delle coste da parte della Tunisia. Noi daremo il nostro aiuto affinché il controllo sia efficiente e capillare».
Parlando dei giovani tunisini che lasciano il proprio Paese ha detto di comprendere il motivo che li spinge ad un tale gesto, ovvero la ricerca di migliori condizioni di vita; ma questo, ha aggiunto crea immani problemi, specie ai cittadini di Lampedusa. Numerose dichiarazioni d’intenti, quindi, ma nessuna intesa è stata ancora sottoscritta come i più auspicavano. In tale direzione, il tavolo di lavoro avviato tra i tecnici dei due paesi è stato interpretato come un segnale positivo.