Un’inedita intesa tra Gran Bretagna e Italia per un’Europa che si basi sulla concorrenza e sulla crescita, e non solamente sull’austerità. E’ quella che emerge da una lettera firmata dal premier inglese David Cameron, da Mario Monti e da altri dieci leader europei. Indirizzata al presidente stabile dell’Ue, Herman van Rompuy, e al capo della Commissione Europea, José Manuel Barroso, conta tra i suoi aderenti nazioni del Nord Europa con la tripla A come Paesi Bassi, Finlandia e Svezia, Stati dalle economie meno solide come Spagna, Slovacchia, Repubblica Ceca e Irlanda, e Paesi ex comunisti come Estonia, Lettonia e Polonia. Ma non quelle di Francia e Germania, tanto da fare pensare al fatto che questo documento miri a disegnare un’alternativa alla prepotenza franco-tedesca che vuole dettare legge in Europa ispirandosi unicamente all’austerità. Ilsussidiario.net ha intervistato James Bone, corrispondente da Roma del quotidiano inglese The Times, per chiedergli un commento sul valore politico ed economico di questa imprevedibile alleanza italo-inglese.
James Bone, qual è il significato del documento dei 12 leader europei, che porta come prime firme quelle del premier inglese Cameron e di quello italiano Monti?
Sia Monti sia Cameron stanno cercando alleati in Europa come contrappeso al cosiddetto “Merkozy”, cioè al direttorato franco-tedesco. Monti dimostra inoltre di interessarsi molto della concorrenza, e questo è un modo di pensare tipicamente anglosassone, che trova un alleato naturale in Cameron. Con questa lettera gli inglesi guardano inoltre all’apertura del mercato tedesco.
Ritiene che Cameron e Monti stiano cercando di costruire un asse alternativo a quello franco-tedesco?
Finora l’asse franco-tedesco regge tutto, come ha fatto del resto negli ultimi due anni. Cameron probabilmente si sente un po’ isolato, soprattutto dopo che ha detto di no al Fiscal Act, e sta cercando qualcuno con cui possa mostrarsi europeo. I 12 firmatari della lettera dimostrano di interessarsi di più alla crescita che all’austerity, e stanno portando avanti una sfida al modello tedesco basato appunto soprattutto sull’austerità. Un altro elemento ad accomunare Cameron e Monti è il fatto che entrambi hanno già imposto misure di austerità molto forti ai loro Paesi.
L’Italia di Monti può rappresentare sempre di più un partner affidabile per la Gran Bretagna di David Cameron?
Tutto cambierà dopo le elezioni in Francia, e questo gioco non durerà quindi molto tempo. Dopo le presidenziali a Parigi cambieranno le relazioni tra Francia e Germania, e questo fatto cambierà tutta l’Europa. Monti ovviamente sta cercando di indirizzare l’Europa in una certa direzione, verso una maggiore crescita e più concorrenza, e questo non è esattamente quello che stanno facendo i tedeschi. Adesso Monti sta soprattutto cercando alleati, ma fra due mesi tutto cambierà.
Davvero ritiene che l’alleanza tra Francia e Germania possa cambiare in base all’esito delle presidenziali a Parigi?
E’ chiaro che la relazione chiave in Europa è quella tra Francia e Germania. Francia e Germania hanno combattuto tre guerre in un secolo, e il loro rapporto è la ragione assolutamente “sine qua non” dell’Europa. Ma negli ultimi anni il potere del direttorato franco-tedesco è stato molto pronunciato. Con l’arrivo di Monti c’è un elemento in più con cui Francia e Germania devono fare i conti, e questo in parte cambia le cose.
Qual è l’importanza del fatto che questa lettera punti anche su crescita e concorrenza, e non soltanto sull’austerità?
E’ chiaro che i Paesi indebitati in Europa non riusciranno a pagare il loro debito senza una maggiore crescita. La mancanza di crescita è veramente il problema fondamentale di Italia, Grecia e di alcuni Paesi periferici dell’Europa. Nessuno di essi riuscirà a fare nulla senza crescita. L’unico dato ottimistico che osservo è che in Italia esistono così tanti ostacoli alla concorrenza, che c’è tanto spazio perché un leader come Monti apra i mercati, liberalizzi, privatizzi. Ci sono delle grandi opportunità per stimolare la crescita in Italia, che attualmente non è un’economia molto competitiva, anzi c’è molta ostilità nei confronti della competizione.
Con questa lettera gli inglesi si stanno riscoprendo europeisti?
Cameron, avendo rifiutato il Fiscal Act, vorrebbe mostrarsi europeista e questa lettera è una buona occasione per farlo. Ritengo però che i fondamentali della posizione inglese non cambino molto, si tratta di politiche internazionali che non mutano dall’oggi al domani.
Il significato di questa lettera Monti-Cameron è quindi solamente transitorio?
Una cosa è certa: sono molto più importanti le elezioni in Francia, rispetto a quanto afferma questa lettera. Germania e Francia rimangono i due Paesi essenziali in Europa, la chiave di tutto quanto avviene.
Se lo sviluppo è così essenziale per riuscire a pagare i debiti, perché Francia e Germania lo ignorano?
Non è così, in Germania c’è una crescita. I tedeschi si sono goduti i vantaggi enormi della moneta unica, e ritengono quindi che l’austerità sia un problema degli altri, e non loro. La Francia non è esattamente sulle stesse posizioni, ma volente o nolente è costretta a seguire la linea tedesca per le ragioni politiche che ho detto prima.
(Pietro Vernizzi)