Almeno 27 persone uccise, tra cui un bambino di due anni e circa venti feriti. La strage di Sutherland Springs, l’ultima della serie dei massacri americani, dopo quella di Las Vegas, si è compiuta nel posto e nel momento più indifeso: durante la messa domenicale di una piccola comunità pentecostale texana. Morta anche la figlia 14enne del pastore che ieri era fuori città. Il killer è stato freddato dopo un inseguimento da due cittadini che, armati di fucile, erano accorsi sul luogo della sparatoria. Si tratta di un ex militare di 26 anni, David Patrick Kelley, sposato. Aveva servito nella US Air Force dal 2009 al 2013: era stato congedato con disonore dopo essere finito alla corte marziale dopo che aveva aggredito la moglie e il figlio. Il suo lavoro successivo potrebbe sembrare una ironia della sorte, ma invece probabilmente spiega le cause del gesto: insegnava catechismo e teneva corsi sulla Bibbia nei dintorni di Sutherland. Qualcosa di simile era già successo nel 2015, quando un neonazista aveva sparato alla folla in una chiesa di Charleston nel South Carolina, frequentata per la maggior parte da gente di colore, un chiaro gesto xenofobo.
Il motivo dietro la strage compiuta da Kelley non è lo stesso, in quanto nella cittadina texana dove è avvenuta la strage di gente di colore ne vive pochissima. L’ex soldato probabilmente ha agito dietro gli impulsi di una mente malata, dove la religione era vissuta come qualcosa di estremo e forse ha voluto punire chi frequentava la locale chiesa per ragioni che adesso si è portato nella tomba. Così come il killer di Las Vegas, frequentatore delle sale da gioco cittadine, che a modo suo ha voluto vendicarsi e punire per ragioni collegate alla sua mente malata chi viveva un momento felice nella città in cui aveva perso grosse somme di denaro. Kelley nei giorni scorsi aveva postato su facebook una foto del fucile AR 15, comunemente usato in molte stragi americane. Era un avvertimento. In ogni caso l’ennesima strage in un paese dove le armi si vendono a chiunque come fossero caramelle e a nulla vale “la preghiera” mandata via twitter dal presidente Trump. Queste stragi continueranno per sempre, fino a quando l’America non capirà che le armi da fuoco non possono essere vendute ai privati se non dietro certificazioni severissime.