È una famiglia intera ad essere responsabile della morte di almeno 13 persone in quel di Surabaya, ma non è certo il primo attentato in Indonesia contro i cristiani in generale: intervenendo al Regina Coeli in piazza San Pietro, Papa Francesco ha invocato la preghiera del Signore per far cessare le ignobili violenze perpetrate dagli islamisti fondamentalisti indonesiani. «Sono particolarmente vicino al caro popolo dell’Indonesia, in modo speciale alle comunità cristiane della città di Surabaya duramente colpite dal grave attentato contro luoghi di culto», spiega il Pontefice da Roma, pregando in special modo per le vittime dei tre attentati kamikaze contro le chiese cattoliche della seconda città più grande d’Indonesia. «Insieme invochiamo il Dio della pace affinché faccia cessare queste violente azioni. Prego per le vittime e i loro congiunti. Nel cuore di tutti trovino spazio non sentimenti di odio e violenza ma di riconciliazione e di fraternità», conclude Papa Francesco. Intanto arriva la conferma della rivendicazione ufficiale dello Stato Islamico dietro al vile e inquietante attacco della famiglia islamista nel centro di Surabaya. Impressionanti le immagini della tv indonesiana che mostrano i detriti in milioni di pezzi sul pavimento della Chiesa di Santa Maria dopo l’esplosione. (agg. di Niccolò Magnani)
BAMBINI TRA GLI 8 E I 13ANNI TRA I KAMIKAZE
Nuovo aggiornamento sul triplo attentato congiunto avvenuto nelle scorse ore in Indonesia, precisamente a Surabaya, e le ultime notizie sono davvero sconcertanti. Come riportato dal quotidiano online Il Giornale, i kamikaze che si sono fatti esplodere erano tutti membri della stessa famiglia, ovvero, padre madre, due figli maschi e due figlie, tutti compresi fra gli 8 e i 13 anni. Gli attentatori erano quindi dei bambini, quasi ragazzini, mandati a morire per un oscuro motivo, obbligati a lasciare anzitempo il nostro mondo da genitori fanatici. In totale le vittime sono salite a 13, con una serie di feriti che dovrebbe aggirarsi attorno alla quarantina. I tre attacchi sono stati rivendicati dall’Isis, e vi era il forte sospetto circa la matrice islamica delle bombe, visto che sono stati colpiti solo obiettivi cristiani. Il portavoce dell’Agenzia di intelligence nazionale, Wawan Purwanto, parlando a Metro Tv, ha ammesso: «Avevano programmato di attaccare gli obiettivi della polizia l’11 maggio, ma poiché eravamo pronti, hanno scelto obiettivi alternativi». Qualche tempo fa pare che la famiglia di kamikaze abbia tentato di unirsi all’Isis in Siria, ma senza riuscirci. Clicca qui per il video degli attentati pubblicato dalla Cnn indonesiana. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NUOVI DETTAGLI SUI TRE ATTENTATI
Nuovi dettagli circa l’attentato di matrice, molto probabilmente islamica, portato a termine nelle scorse in Indonesia, precisamente a Surabaya, la città più importante della nazione dopo la capitale Giacarta. Stando a quanto raccolto da La Repubblica, tre bombe sono esplose in altrettante chiese cattoliche, ma c’è una quarta che invece non ha funzionato, e di conseguenza non ha potuto mietere vittime. Il bilancio attuale è di 10 morti e di una quarantina di feriti, alcuni dei quali gravi, ma poteva essere ben peggiore se tutti gli ordigni fossero detonati. Il primo attacco è avvenuto presso la chiesa cattolica di Santa Maria, dove sono morte quattro persone, tra cui anche l’attentatore, e dove sarebbero rimasti feriti due agenti di polizia. Pochi minuti dopo, la seconda deflagrazione, questa volta nella chiesta cristiana di Diponegoro con altre due vittime. Infine, il terzo attacco, presso la chiesa pentecostale di Surabaya, dove sono morte altre due persone. Nelle ore successive, gli altri due decessi a seguito delle gravi ferite riportate durante gli attentati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
10 I MORTI
Sono già 10 i morti dopo il triplo indegno attentato mosso da radicali islamisti – manca solo la conferma ufficiale per attribuire il tutto all’Isis – contro tre chiese cattoliche della seconda città più popolosa dell’Indonesia, con annessi 14 feriti. La polizia locale avrebbe confermato che nel maxi attacco sarebbero stati ben cinque i kamikaze coinvolti nelle azioni terroriste: l’elemento più impressionate è che una di queste attentatrici suicide è una donna giovane e velata che si è fatta saltare in aria assieme ai due figli piccoli, usati per entrare in una delle tre chiese per non destare sospetti. La seconda donna intervenuto nell’attentato, invece, ancora non è stato confermato, ma le autorità indonesiane stanno cercando di riunire i dettagli e i rilievi fatti per provare a dare una linea di insieme alle ultime tragiche ore: come riporta il quotidiano svizzero Tio.ch, nelle prime immagini delle telecamere di sicurezza si intravede un altro attentatore entrare nel cortile di una chiesa a bordo di un motorino, facendosi esplodere non appena passato il cancello in mezzo ai fedeli. (agg. di Niccolò Magnani)
TRIPLO ATTENTATO ISLAMISTA CONTRO CHIESE CATTOLICHE
Tre feroci attentati si sono verificati poche ore fa in Indonesia. Stando alle notizie riportate dalla CNN, sarebbero state prese di mira tre chiese cattoliche nella città di Surabaya, ed il bilancio parziale è di almeno 8 morti e una quarantina di feriti. Secondo le indiscrezioni che filtrano, dovrebbe trattarsi di un attacco kamikaze, forse per mano dell’Isis. Lo Stato Islamico avrebbe quindi nuovamente attaccato la religione cattolica, e di conseguenza, l’occidente, con degli attentati bomba provocando morte e distruzione, come si vede dalle immagini trasmesse in queste ore dai media locali. Surabaya è la seconda città per importanza del paese dopo Giacarta. Non è da escludere che tali attacchi bomba siano una risposta alla soffocata rivolta di pochi giorni fa in un carcere vicino alla capitale, rivendicata proprio dall’Isis.
ATTACCHI ANCORA NON RIVENDICATI
Attualmente i tre attacchi, rivolti ad una chiesa cristiana, ad una pentecostale e a una calvinista, non sono ancora stati rivendicati. L’Indonesia è il paese musulmano più popoloso al mondo, la maggior parte della popolazione è fedele all’Islam, e vanta un lungo passato di attacchi dell’estremismo islamico. Come dicevamo, pochi giorni fa si è verificato un attacco in un carcere di Depok, vicino a Giacarta, dove alcuni militanti affiliati all’Isis hanno preso in ostaggio e poi ucciso cinque agenti penitenziari.