Alle conferenze episcopali della Chiesa Cattolica, preti, religiosi e i fedeli della Chiesa. A tutti i Cristiani e agli uomini di buona volontà che sono in solidarietà con l’Ucraina
Cari Fratelli e Sorelle,
negli ultimi sei mesi molti di voi hanno seguito da vicino quanto sta succedendo in Ucraina – eventi drammatici, qualche volta tragici, ma ultimamente vitali. Dopo un secolo di genocidi, decenni di corruzione crescente e di schiacciante ingiustizia sociale, il popolo ucraino ha intrapreso un motivato, lungo pellegrinaggio dalla paura e dalla menzogna verso la dignità e l’integrità.
In questi rigidi mesi invernali, milioni di persone hanno riempito le piazze delle nostre e anche delle vostre città, per manifestare il loro desiderio di una vita migliore. Tutte le Chiese Ucraine e le organizzazioni religiose si sono radunate insieme. Con una sola voce, per mesi hanno chiesto con fermezza che il presidente e il governo rispettassero i loro cittadini, hanno sostenuto che la violenza non è la risposta, che dividere la società e il Paese è immorale, che il dialogo è il solo mezzo legittimo per risolvere la crisi sociale e politica. Per questa unità profetica siamo grati a tutti i fratelli e le sorelle nella fede, romano-cattolici, protestanti, ebrei, musulmani e, in particolare alle Chiese ortodosse ucraine.
Le Chiese erano unite come lo erano persone di diversa origine etnica, di lingua e di classe sociale. Nelle ultime settimane, questa unità senza precedenti e questo stragrande consenso nel Paese si sono espressi nelle elezioni presidenziali. Petro Poroshenko è stato eletto al primo turno con il 55% dei voti su 21 candidati. L’85% ha votato per candidati in favore di una scelta per il Paese democratica ed europea. Oggi, la stragrande maggioranza dei cittadini – ucraini, russi, bielorussi, polacchi, ebrei, tartari, armeni, georgiani e altri gruppi etnici e religiosi – sono uniti contro la violenza terroristica e l’aperta aggressione militare dall’esterno. Essi sono sconvolti dall’annessione della Crimea e dal conflitto nella parte orientale del paese ispirato e sostenuto da Forze Speciali straniere. Questa è la sfida più grande che, oggi, Ucraina ed Europa devono fronteggiare.
Durante questi mesi di pellegrinaggio dalla paura alla dignità, la vostra solidarietà morale e spirituale è stata fondamentale per i cittadini ucraini e per le nostre Chiese. A nome del nostro clero e dei fedeli, vorremmo ringraziarvi per la vostra persistente preghiera e per le numerose opere di carità che avete portato avanti. Abbiamo rivolto una particolare espressione di gratitudine a Sua Santità Papa Francesco che ha sostenuto con la preghiera e l’esortazione il desiderio di pace e giustizia in Ucraina.
Quanto è accaduto in Ucraina è stato davvero miracoloso. Una grazia convertitrice è scesa copiosa sul popolo del nostro Paese.
L’autentico sacrificio dei nuovi martiri ucraini, la fervente supplica di milioni di persone nei tanti Majdan, la preghiera di tutta la comunità dei cattolici, dei cristiani delle varie denominazioni e degli uomini di buona volontà di ogni credo, hanno portato una ricchezza di benedizioni che hanno cambiato il Paese. Oggi, l’Ucraina è un Paese diverso; è una società rinnovata. Il vostro contributo a questa rinascita è vitale.
Vi siamo profondamente grati dei vostri sforzi per informare le vostre comunità della vera natura degli sviluppi nel nostro Paese, rispondendo così alla disinformazione diretta contro l’Ucraina e le sue Chiese, in particolare la Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina. Abbiamo visto recentemente l’intensificazione di questa campagna da parte di alcune autorità spirituali e politiche anche ai massimi livelli, accomunate da toni aggressivi e di divisione. La dignità che gli ucraini desiderano ardentemente non è innanzitutto materiale. Essi cercano una dignità che viene da Dio, un rispetto per il loro vera essere. Il loro diritto all’autodeterminazione, all’integrità territoriale, alla loro tradizione culturale e soprattutto ecclesiale sono stati brutalmente violati in passato e sono umiliati oggi.
Di fronte alla corruzione sistemica, alla repressione governativa e alle intollerabili condizioni sociali, milioni di ucraini hanno dimostrato pacificamente, dando vita a una sempre più forte solidarietà interetnica, interconfessionale e interculturale. L’Ucraina è la patria per tanti diversi popoli e religioni che restano uniti.
È una società civile rivitalizzata che difende il suo Paese e il bene comune. I cittadini ucraini stanno dicendo insieme no alla tirannia, all’illegalità, alla violenza e all’irresponsabilità, personale e sociale, interna ed esterna, nazionale e internazionale.
Vi chiediamo di continuare a pregare per la pace in Ucraina, per la pace e la riconciliazione fondate sulla giustizia. Come Cristiani, crediamo che ogni persona solidale con chi soffre sarà benedetta e riceverà molte grazie da Dio. Il Signore ci dona la dignità attraverso la benedizione; la vostra benedizione per l’Ucraina porta un cambiamento, aiuta il cambiamento di un popolo in pellegrinaggio.
A nome dei membri del Sinodo Permanente dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica dell’Ucraina riunito a Kiev, 4-6 giugno 2014
+Sviatoslav, Arcivescovo di Kiev-Halych