Russia sempre più isolata. L’allarme lanciato da Kiev, a riguardo della presenza di almeno 100mila soldati dell’esercito russo ammassati ai confini con l’Ucraina, ha sortito il successo di una risoluzione delle Nazioni unite che a larga maggioranza ha votato in difesa dell’integrità territoriale del paese. 100 voti a favore, solo 11 contro, ma molti i paesi astenuti, ben 58. Ma quello che preoccupa è la sfida militare che Mosca continua a tenere aperta, dopo l’annessione della Crimea, soffiando sul fuoco di quelle regioni a maggioranza russofona all’interno dell’Ucraina, che permetterebbero quel “sostegno fraterno” militare tanto caro a Mosca dai tempi dell’Unione Sovietica. Carlo Jean spiega a ilsussidiario.net che scenari si aprirebbero in caso di una invasione militare russa.
In caso di invasione russa, di che tipo di esercito dispone l’Ucraina?
L’Ucraina ha molto materiale bellico ma pochi soldati. Ultimamente ha mobilitato la guardia nazionale, circa 60mila soldati, reclutati soprattutto nella zona occidentale del paese che è fortemente anti russa, persone che si batteranno coraggiosamente.
Perché sostiene che gli ucraini si impegneranno a discapito dei pochi mezzi bellici a disposizione?
Perché va ricordato, cosa che in molti ignorano, che dopo la seconda guerra mondiale l’Ucraina ha combattuto una forte guerriglia militare contro l’Armata rossa vincitrice della guerra. Proprio nella parte occidentale del paese e fino al 1956 si è continuato a combattere. L’Armata rossa non ebbe gioco facile subendo gravi perdite. Per cui, anche se scarsi dal punto di vista tecnologico, gli ucraini sono indomiti combattenti per la libertà e daranno sicuramente del filo da torcere per quanto loro possibile.
Dopo la caduta del Muro l’esercito ucraino ha mantenuto rapporti con Mosca, magari con consiglieri militari russi al suo interno?
Assolutamente no, l’Ucraina ha collaborato piuttosto con la Nato, è intervenuta in Bosnia, in Iraq e in Afghanistan, una forte quantità di soldati ucraini è stata addestrata dagli americani al combattimento.
Per quanto riguarda lo scenario atomico, che speculazioni si possono fare?
L’uso delle armi atomiche è da escludere. Sarebbe un disastro politico e diplomatico per la Russia. L’esercito russo non impiegherà armi atomiche tanto più che ha una superiorità netta come addestramento e come equipaggiamento.
Che tipo di conflitto sarebbe allora?
L’Ucraina ha carri armati che risalgono agli anni 80 mentre l’esercito russo ha fatto forti investimenti militari, circa 700 miliardi di dollari in dieci anni stanziati da Putin per le forze armate soprattutto per armi strategiche, e la marina ma anche l’esercito sono di tutto rispetto. Se dovessero invadere l’Ucraina, il suo esercito verrebbe travolto rapidamente. La Russia è una specie di casus belli con gli Usa che fino ad ora hanno reagito in maniera soft, il massimo che hanno fatto è stato bloccare le carte di credito ed espellere Mosca dal G8.
Però Obama ha detto recentemente che la Nato è pronta ad intervenire.
Sicuramente, ma la Nato viene attivata dagli stessi americani. La presenza americana in Europa è la Nato. In questo momento però non è che abbiano grosse forze come quelle che avevano durante la guerra fredda, in particolare in Germania. Di conseguenza è difficile che potranno mettere in moto una attività militare di contenuto a difesa dell’esercito ucraino. Potranno dare un apporto significativo con le forze aeree ma non molto di più.
Che conseguenze ci sarebbero per l’Italia in caso di conflitto militare?
In caso di conflitto l’Italia non partecipa dal punto di vista militare attivo, può solo offrire basi e supporto logistico. Ma se potrà esserci una reazione, è facile che possa venire soprattutto dalla Cina, in congiunzione con gli Usa, perché anche la Cina vede con preoccupazione questo attivismo militare russo.
Quali sarebbero le conseguenze di una azione russa?
Cambierebbe lo scenario mondiale in caso di attacco russo anche se fosse solo nelle zone russofone orientali dell’Ucraina. Si creerebbe una nuova guerra fredda che la Russia sa benissimo di non poter sostenere, è una potenza regionale e non globale.
Tornando un attimo indietro, si aspettava che in Crimea l’esercito ucraino cedesse senza sparare un solo colpo?
Quanto successo in Crimea è stato per via di una decisione politica di Kiev che ha dato ordine di non reagire. Il problema è che il quadro politico a Kiev è molto frammentato, infatti hanno poi cacciato il ministro della Difesa. Ma era stato proprio lui a dare ordine di non reagire…