Donald Trump e Rex Tillerson, storia di un amore mai nato. Il segretario di stato era impegnato in Nigeria in un viaggio di lavoro quando ha appreso la notizia del suo licenziamento. Lo stesso stupore è stato manifestato nelle ultime ore da molti funzionari del Dipartimento di stato e delle agenzie che si occupano di sicurezza nazionale. A sorprendere è anche la tempistica dell’allontanamento di Tillerson, seppur si sapesse da tempo che erano ai ferri corti. Il presidente, stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, aveva espresso in privato la volontà di liberarsi di Tillerson. Quest’ultimo dal canto suo aveva pensato più volte alle dimissioni. Si conclude così un rapporto che ha conosciuto più bassi che alti. “Rex è troppo establishment”, sussurravano i collaboratori del presidente. Inoltre, Tillerson era anche molto lontano dalle prese di posizione pubbliche di Trump. Alle divergenze politiche si sono poi aggiunte le incomprensioni umane. Tillerson preferiva uno stile più “felpato”, mentre per Trump lui è “troppo establishment”. “Rex è un brav’uomo. Sarà sicuramente più felice così”, ha commentato Trump nell’addio. (agg. di Silvana Palazzo)
FATALI LE CRISI CON IRAN, RUSSIA E COREA DEL NORD: ECCO PERCHÈ
Rex Tillerson silurato da Donald Trump: un destino strano per un top manager, già amministratore delegato di Exxon Mobil, che si è visto sbattere in faccia un sonoro “You are fired” dall’inventore di The Apprentice. Ma cosa c’è alla base della rottura di oggi, certificata dalla nomina di Mike Pompeo come nuovo segretario di stato Usa? Di sicuro divergenze sul modo di vedere il mondo e la politica estera. Trump, dopo aver cacciato Tillerson a mezzo Twitter, ha spiegato:”Mi stava simpatico ma su alcune cose non andavamo d’accordo. Io penso che l’intesa sul nucleare con l’Iran sia terribile, a lui andava bene. Io voglio cancellarla o rifarla, lui aveva idee diverse”. Ma come spesso accade nelle stanze del potere, ad essersi logorato era ormai il rapporto umano tra i due. Trump non ha mai realmente mandato giù la definizione di “moron”, “deficiente”, data di lui da Tillerson a margine di un incontro con i vertici militari. All’epoca – come un bambino risentito – The Donald sfidò Tillerson ad un confronto per vedere chi avesse il QI più elevato. Alla fine ha preferito semplicemente levarselo di torno e continuare a seguire le sue idee e il proprio istinto. (agg. di Dario D’Angelo)
TRUMP SILURA TILLERSON: UN UOMO SOLO AL COMANDO?
Impossibie che Tillerson potesse resistere alla furia di Donald Trump, che si sbarazza di tutti quelli che non la pensano come lui. Non è un caso che a sostituirlo come segretario di stato abbia voluto un suo fedelissimo, Mike Pompeo, che si è dichiarato a favore della revisione del trattato sul nucleare con l’Iran. Troppo moderato, troppo dialogante Tillerson, ex uomo d’affari abituato a cercare il compromesso per portare a casa una vittoria e soprattutto contrario all’isolazionismo economico che il presidente americano sta imponendo. Rimane poi agli annali l’insulto che Tillerson, che poi ha smentito, aveva rivolto a Trump alcuni mesi fa, definendolo un “c…ne”. La Casa Bianca dunque vira sempre più verso l’accentramento dei poteri su un uomo solo, The Donald, che non ha dietro neanche l’appoggio unanime del suo partito quello repubblicano che rischia sempre di più la scissione (Agg. Paolo Vites)
MIKE POMPEO NUOVO SEGRETARIO DI STATO
Mescola nuovamente le carte Donald Trump all’interno dell’amministrazione. Questa volta a cadere è la testa di Rex Tillerson, il Segretario di Stato Usa precedentemente amministratore delegato della ExxonMobil. A diffondere la notizia nella mattinata di oggi era stato prima il Washington Post, poi è arrivata la conferma – ovviamente su Twitter – da parte del presidente Trump. Come già accaduto in passato quando l’inquilino della Casa Bianca ha rimosso alcune delle sue pedine da vari ruoli di comando, anche in questo caso l’annuncio sui social non sembra nascondere alcuna vena polemica. Trump al contrario usa toni entusiasti:”Mike Pompeo diventerà il nostro nuovo segretario di Stato. Farà un lavoro fantastico! Grazie a Rex Tillerson per il suo servizio! Congratulazioni a tutti“. Al Dipartimento di Stato, dunque, arriva Mike Pompeo, capo della CIA di chiari origini italiane. A guidare l’agenzia investigativa al suo posto sarà Gina Hapsel: si tratta della prima volta in assoluto di una donna al comando della CIA.
Mike Pompeo, Director of the CIA, will become our new Secretary of State. He will do a fantastic job! Thank you to Rex Tillerson for his service! Gina Haspel will become the new Director of the CIA, and the first woman so chosen. Congratulations to all!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 13 marzo 2018
LA ROTTURA CON TILLERSON
Non si può dire che la cacciata di Rex Tillerson ad opera di Donald Trump rappresenti un fulmine a ciel sereno. Era ormai da mesi che si vociferava di frizioni tra il Presidente e il suo Segretario di Stato. Punti di vista evidentemente inconciliabili tra il commander-in-chief della nazione più potente del mondo e il ministro degli esteri, chiamato ogni giorno a trattare alcuni dei dossier più scottanti dell’agenda politica a stelle e strisce e mondiale. E anche la tempistica con cui Trump ha deciso di liberarsi di Tillerson suggerisce che alla base del suo licenziamento vi sia l’accelerazione impressa da The Donald sul fronte Corea del Nord. Era stato lo stesso Tillerson, nel corso di una conferenza stampa durante una visita a Gibuti, ad ammettere – come riporta la Reuters – che quella di incontrare il leader nordcoreano Kim Jong-un era “una decisione che il presidente ha preso da solo“. Insomma, tra Tillerson e Trump il feeling si era ormai da tempo interrotto. La decisione unilaterale del presidente di incontrare Kim è stata probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso.