“Il nostro problema è di essere nati cristiani e di avere la religione sbagliata: perché proprio il cristianesimo con la sua mitezza e flaccidità?”. Chi si lamenta di essere nato cristiano è Aldolf Hitler, come ha riportato in un approfondito articolo pubblicato recentemente il Wall Street Journal, riprendendo i contenuti di due libri pubblicati negli Stati Uniti. Al contrario Hitler, come si legge ancora, sognava di essere nato musulmano perché, diceva, quella sì che è una religione per uomini veri: i musulmani sono autentici soldati. Più volte lodò la Turchia per il genocidio degli armeni. Una religione molto più adatta al temperamento germanico, dunque, rispetto “alla sporcizia ebraica e a quella melensa e sacerdotale del cristianesimo”. In seguito il nazismo applicò una vera politica di incoraggiamento nei confronti dell’islam quando i tedeschi si trovarono a occupare zone dell’Europa dell’est abitate dai musulmani. Il ministero della propaganda ad esempio ordinò ai giornalisti di non criticare mai l’islam e lodare l’islam come un fattore culturale decisivo, Nel 1942 Hitler fu il primo leader europeo a dichiarare che l’islam era incapace di atti di terrorismo. A guerra in corso il leader palestinese Haj Amin al-Husseini, Gran Mufti di Gerusalemme, reclutò migliaia di “Musligermanics”, i primi volontari non-germanici ad arruolarsi nelle SS. Nel novembre del 1944, Himmler e il Mufti aprirono una scuola condotta da appartenenti alle SS per gli imam militari a Dresda.