Torna tesa l’aria tra Corea del Nord e Stati Uniti, proprio a ridosso del summit del 12 giugno tra Kim Jong-un e Donald Trump. La situazione preoccupa anche la Cina, che ha invitato gli Stati Uniti a rispondere con calma alle minacce nordcoreane di cancellazione dell’incontro. Il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, che in questi giorni è a Parigi, ha invitato «tutte le parti, specialmente gli Stati Uniti, dovrebbero cogliere questa opportunità per la pace e lavorare assieme». Il ministro sostiene che «le misure che la Corea del Nord ha assunto per alleggerire le tensioni nella Penisola coreana dovrebbero essere ammesse». C’è solo un modo, secondo Wang Yi, per risolvere il problema: «È necessario che le due parti lavorino nella stessa direzione, non quella contraria. Quello che vorrei enfatizzare è che l’attuale situazione alleggerita sulla questione della Penisola è stata duramente conquistata». (agg. di Silvana Palazzo)
A RISCHIO INCONTRO KIM JONG UN-TRUMP
Dopo settimane di pace diplomatica, è a rischio il vertice tra Donald Trump e Kim Jong-un. La Corea del Nord non ha apprezzato le dichiarazioni del nuovo consigliere Usa per la Sicurezza nazionale John Bolton, il quale ha ventilato una “soluzione libica” in riferimento allo smantellamento dell’arsenale nordcoreano. L’accostamento è apparso come una rievocazione del cambio di regime a cui è andato incontro il paese nordafricano e che Pyongyang teme. Tornano le tensioni tra Corea del Nord e Stati Uniti: il regime di Kim Jong-un ha annullato un incontro ministeriale con la Corea del Sud che era in programma oggi, e ciò in risposta alle esercitazioni militari congiunte intraprese da Washington e Seul. Lo riferiscono i media di Stato nordcoreani, secondo cui Kim Jong-un ha minacciato di disertare lo storico summit con il presidente americano Trump, in programma il prossimo 12 giugno. «Le esercitazioni contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea in corso nella Corea del Sud sono una sfida aperta alla Dichiarazione di Panmunjom e una deliberata provocazione militare ai favorevoli sviluppi della situazione nella Penisola coreana», recita il comunicato diffuso dall’agenzia di stampa Kcna.
PERCHÉ PYONGYANG MINACCIA DI FAR SALTARE IL SUMMIT
La Corea del Nord, come riportato dall’agenzia di stampa Kcna, minaccia di «rivalutare il summit in agenda a fronte dei ricatti basati sulle provocazioni militari (degli Stati Uniti) in combutta con le autorità sudcoreane». Eppure nonostante l’avvertimento di Pyongyang, il dipartimento di Stato Usa ieri ha riferito che i preparativi in vista dell’incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un proseguono regolarmente. La portavoce Heather Nauert ha assicurato che le annuali manovre militari “Max Thunder” non hanno carattere provocatorio e ha ricordato le parole del leader nordcoreano, il quale recentemente ha dichiarato di comprendere le ragioni strategiche delle esercitazioni tra Usa e Corea del Sud. Intanto la ripresa del dialogo inter-coreano e la volontà delle due Coree di arrivare a un trattato di pace ha aperto un acceso dibattito nell’opinione pubblica sudcoreana riguardo l’opportunità e gli scenari della presenza militare Usa nel paese. Il consigliere del presidente sudcoreano Moon Jae-in ha espresso i suoi dubbi in un editoriale per il settimanale “Foreign Affairs” che ha creato forte imbarazzo. «Cosa accadrà alle forze Usa in Corea del Sud se verrà firmato un trattato di pace? Sarà difficile giustificare la loro presenza continuata sul territorio nazionale dopo l’adozione (del trattato)», sostiene il funzionario. La presidenza sudcoreana è quindi intervenuta per chiarire che le Forze armate Usa rimarranno nel territorio della Corea del Sud anche se le due Coree riusciranno a siglare un trattato di pace.