Israele ammorbidisce l’embargo contro Gaza. Il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha allungato la lista dei beni che possono entrare a Gaza. Israele, in cambio dell’allentamento dell’embargo, chiede alla comunità internazionale di adoperarsi per il rilascio del soldato Gilad Shalit catturato da Hamas nel 2006
Israele ha deciso di allentare il blocco Gaza. Il gabinetto del di sicurezza del governo di Tel Aviv si è riunito e ha deciso che una lista maggior di beni possano entrare nel territorio palestinese controllato da Hamas. Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha comunicato che Israele «liberalizzerà il sistema con cui i beni civili entreranno a Gaza ampliando il flusso di materiali per progetti civili che sono sotto la supervisione internazionale». Misure più morbide, ma non per questo un abbassamento della soglia di allerta: Israele, infatti, «continuerà a portare avanti misure di sicurezza per evitare l’entrata di armi e materiali bellici». Israele ha posto delle condizioni all’allentamento dell’embargo che dura da ormai quattro anni: la comunità internazionale dovrà «lavorare per l’immediato rilascio di Gilad Shalit», il giovane soldato israeliano nelle rapito da Hamas nell’ormai lontano giugno 2006. Il blocco navale, in ogni caso, resterà in vigore per impedire l’entrata di armi e strumenti bellici nella striscia di Gaza.
Israele aveva imposto l’embargo subito dopo che Gilad Shalit era stato catturato, e l’aveva indurito l’anno seguente, quando Hamas vinse le elezioni conquistando il potere a Gaza. Dopo il blitz israeliano del 31 maggio contro la Freedom flotilla, in cui morirono 9 attivisti filo palestinesi, le pressioni della comunità internazionale perché Israele ammorbidisse l’embargo erano aumentate.