Dopo aver visto qui sotto le parole importanti di Padre Ibrahim, parroco di Aleppo ovest, sono notevoli gli interventi e le corse contro il tempo per raggiungere e mantenere quella tregua sui luoghi funesti dalla guerra fratricida e sanguinaria in Siria. Stamattina è giunto l’appello accorto dalla Caritas, impegnata in alcuni progetti per la pace in Siria: «Siamo tutti con Aleppo: un nuovo appello per una immediata fine del conflitto, per la protezione delle vite dei civili e la possibilità che gli aiuti umanitari raggiungano tutte le persone in difficoltà» è stato lanciato oggi da Caritas internationalis, insieme ad una campagna per la pace in Siria in occasione del Natale. La Caritas è preoccupata per la situazione di circa 250mila civili intrappolati ad Aleppo ora che il governo siriano ha ripreso il controllo della città. “È il momento per negoziazioni politiche per porre fine alla guerra”, afferma Caritas internationalis», si legge sull’agenzia AgenSir. Ma non è solo al Chiesa romana a muoversi, anche la Chiesa Cattolica greco-melchita si sta mobilitando per raggiungere una pace duratura ad Aleppo, assi lontano da una reale soluzione permanente. «Il patriarca Gregorio III Laham, capo della Chiesa cattolica greco-melchita, chiede alle organizzazioni umanitarie di alleviare la tragedia e la sofferenza del popolo di Aleppo». Un viaggio nella vera crisi umanitaria mondiale, un modo per raccontare come anche in queste terre spesso dimenticate, lo sguardo caritatevole e benevolo può arrivare e dare i suoi piccoli ma importanti frutti.
Resta alta la tensione ad Aleppo per l’evacuazione dei feriti, a cui seguirà poi quella dei civili e dei ribelli: l’operazione ha avuto il via libera stamattina, ma è stata interrotta subito dopo a causa degli spari partiti forse dalle milizie filo-iraniane. Un primo convoglio di ambulanze stava entrando nelle zone controllate dai filo-governativi, ma è stato bersagliato da spari. Fonti ribelle citate dall’agenzia Reuters sostengono che i mezzi hanno poi fatto ritorno ad Aleppo est. Nell’attacco sarebbero rimasti uccisi almeno 4 civili e altrettanti, invece, sarebbero feriti. Per Al Jazeera tra i feriti ci sono anche due operatori della difesa civile ad Aleppo est. L’operazione è ripresa alle 12.45 ora locale: ambulanze e pullman hanno ripreso a lasciare la zona orientale della città. Il piano di evacuazione, stando ai dati dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, coinvolgerebbe 15mila persone, di cui 5mila ribelli e 10mila civili. Intanto il presidente Bashar al Assad in un videomessaggio pubblicato sul canale Telegram della presidenza ha commentato la riconquista di Aleppo dalle forze lealiste siriane: “Viene fatta la storia”.
Resta la paura ad Aleppo, dove ieri sono andati in scena scontri tra i lealisti e i ribelli. Il parroco della Comunità latina di Aleppo è intervenuto ai microfoni di Tg2000 per spiegare i timori in vista di Natale: “Abbiamo tanta paura per questo abbiamo fissato la Messa di Natale nel pomeriggio perché vogliamo mandare la gente il più presto possibile a casa”. Il parroco è entrato poi nei particolari, spiegando che i miliziani potrebbero aver architettato una grande strage per il 25 dicembre: “Abbiamo paura che qualche gruppo di miliziani si sia preparato per lanciare diversi missili di grande potenza durante la notte di Natale”. Padre Ibrahim, che vive nella zona ovest di Aleppo, non riesce a mettersi in contatto da giorni con alcune persone che invece sono nella parte orientale: “Purtroppo non riusciamo a contattare nessuno. Tutte le linee telefoniche, i cellulari, compreso internet, non sono rintracciabili”, ha aggiunto il parroco. Clicca qui per il video della sua intervista a Tg2000.