Ieri si è votato in Brasile per l’elezione del Presidente della Repubblica, per la sesta volta dopo la fine del regime dittatoriale negli anni ’80. Gli elettori chiamati alle urne erano 135,8 milioni in 5.565 città.
Fino a stamattina le previsioni erano di una elezione al primo turno, con il 51% dei voti, del candidato del Presidente uscente Lula da Silva, che lascia l’Alvorada (la residenza presidenziale) dopo due mandati consecutivi, cioè otto anni.
C’è da dire che “mai nella storia di questo Paese”, per ripetere una frase tanto cara a Lula, un Presidente si è impegnato personalmente così a fondo per far eleggere il proprio successore.
Ciò nonostante, la realtà si è imposta ancora una volta e Dilma Roussef, la candidata del Partito dei Lavoratori di Lula, dovrà andare al ballottaggio contro José Serra del PSDB, il Partito Socialista Democratico Brasiliano. Nella prima tornata di votazione, la Roussef ha ottenuto il 46% dei voti, Serra il 32%, mentre Marina Silva del PV, Partito Verde (una possibile terza via) ha avuto il 19%.
Rimane quindi sconfessata la convinzione di Lula di un netto successo per la propria candidata e per il proprio partito. Oltre la necessità di un secondo turno per le elezioni presidenziali, un altro insuccesso per il partito al governo è la vittoria del PSDB, attualmente all’opposizione, nelle elezioni statali in due importanti stati, come San Paolo e Minas Gerais.
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Questi risultati vengono attribuiti dalla stampa agli scandali per la corruzione a livello governativo e alle posizioni abortiste di Dilma Roussef. Interessante notare, come prova del disagio diffuso, che un comico della TV, senza particolari meriti politici o culturali, è riuscito a raggranellare 1.300.000 voti.
A San Paolo Geraldo Alckmin, del PSDB, è stato eletto governatore dello stato con il 50,64% dei voti, e Marcos Zerbini, anche lui del PSDB, è stato eletto deputato al Parlamento dello stato con quasi 86.000 voti. Durante i festeggiamenti per la sua rielezione insieme agli amici della Associazione dei Lavoratori Senza-Terra, Zerbini ha affermato la sua volontà di continuare con ancora maggior forza la sua attività in favore dei “senza terra”. Poi, tutti quelli che con lui si sono impegnati nella campagna elettorale sono partiti per il santuario della Madonna di Aparecida, per ringraziare per i risultati e per riaffermare la propria fedeltà alla strada intrapresa.
(Eliandro Pereira da Silva)