Il criocongelamento è uno degli argomenti topici nei racconti di fantascienza di tutti i tempi. Dai fumetti stilosi degli anni Venti e Trenta all’eleganza dei romanzi di Stanislaw Lem, il congelamento come una modalità di conservazione del corpo umano nel trasferimento da un mondo all’altro è tra gli espedienti più utilizzati dai narratori avvezzi al genere. Basti pensare a Ian Solo, pietrificato e conservato sotto zero nella saga di Guerre Stellari, o alle bizzarre avventure di Austin Power. Oggi quella frontiera che sembrava immaginifica e irrealistica solo fino a poco tempo fa si è fatta un po’ più vicina.
– Un Hotel di una delle principali città australiane propone ai propri avventori la stessa esperienza provata da ian Solo & co. Nulla di così terribile come il lato oscuro della forza, ovviamente, ma un’esperienza sicuramente al limite delle esperienze provabili. Il Sidney’s Grace Hotel infatti offre ai propri clienti la possibilità di vivere l’esperienza del congelamento, sfruttando le tecniche già applicate in alcune terapie mediche.
– All’interno del Grace Hotel, è stata costruita una vera e propria clinica, all’interno della quale si trova la stanza del ghiaccio. Dopo essersi spogliati, i clienti si immergono in una sorta di pozzetto, dove vengono toccate temperature vicine ai 190 gradi sotto lo zero. Karl Benn, il tecnico che ha messo a punto la camera ghiacciata, ha pensato la struttura per una duplice funzione. Da un lato per stimolare il sistema immunitario in caso di carenza di globuli bianchi. Dall’altro per velocizzare i tempi di recupero in caso di infortunio muscolare.
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Nessun pericolo per la salute, sostiene Benn, nessun rischio: «È sufficiente indossare calze e biancheria intima quando si entra nell’impianto», ha spiegato al sito News.com. L’esperienza, che complessivamente non dura più di qualche minuto, è generalmente piacevole: «Solo negli ultimi trenta secondi si può avvertire un po’ di disagio – ammette Benn – Ma per i clienti che preferiscono immergersi gradualmente nell’apparecchio abbiamo previsto abbassamenti di temperatura graduali ogni venti secondi, in modo che non sia uno shock per l’organismo, non sia come saltare nudi nella neve». Il rilascio di adrenalina e endorfine nell’organismo, e in conseguente senso di benessere, sono i principali benefici di un’esperienza così singolare.
– Nulla di pericoloso dunque. Solamente sensazioni vicine al limite. Precisazioni doverose, anche considerato il campione di sauna russo deceduto l’estate scorsa proprio mentre stava disputando il campionato mondiale di categoria. Lì si trattava di caldo estremo, qui di freddo ai limiti del tollerabile. Ma nel nostro caso le attrezzature sono medicalmente sicure, al contrario della situazione amatoriale in cui si svolgevano le competizioni di sauna. «Tanto che praticamente qualunque persona può provare un giretto nella camera», rassicura Benn.
Nulla del genere è ancora presente in Italia. Ma gli amanti nostrani del turismo per la cura del proprio corpo possono provare sulla propria pelle una pratica fino a qualche anno fa totalmente sconosciuta, ma oggi praticata da una grandissima quantita di beauty center del nostro Paese: la doccia scozzese. Di cosa si tratta? È un trattamento idroterapico che consiste nell’alternarsi di getti d’acqua caldi e freddi. Nessuna “doccia”, tecnicamente parlando, ma schizzi ad alta pressione che attraverso la pressione e lo sbalzo di temperatura stimolano efficacemente l’apparato circolatorio.
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Sicuramente un tipo di vacanza sui generis, ma nemmeno troppo. Nulla a che vedere con le temperature vicine ai duecento sotto zero degli australiani matacchioni. I gettiti caldi raggiungono i quaranta gradi, quelli freddi possono scendere fino a dieci. Un’esperienza sicuramente tonificante, ma che consente di provare il brivido delle emozioni forti.
– Ma se la doccia scozzese non dovesse bastare, forse non occorre arrivare fin nel bel mezzo dell’oceano pacifico per immergersi nel gelo. Basta fare un salto a San Pietroburgo. Tutti gli anni, si trova qualche pazzo disposto a fare il bagno nel bel mezzo dell’inverno. Una traduzione maturata intorno alla festività dell’epifania ortodossa, che cade intorno al 19 gennaio, ma che viene perpetuata nel corso di tutti i mesi del lungo e gelido inverno.
– In periodi in cui la temperatura scende anche venti gradi sotto lo zero, i coraggiosi si mettono in fila sulle acque prospicienti al porto della città. La tradizione vuole che il ghiaccio, quasi sempre presente, venga inciso con la forma di un’enorme croce. In fila indiana, questa sorte di eroi post-moderni si tuffano e riemergono nell’arco di pochi secondi. Rimanere più tempo in acqua potrebbe risultare fatale. Se qualcuno volesse provare, alcuni tour operator italiani si stanno attrezzando proprio per offrire pacchetti vacanze ai limiti dell’impossibile. Buon viaggio!