Un brutto caso di pedofilia con una finale certamente non banale e inusuale che si inserisce in un dramma comunque molto complesso. Ha cercato di uccidere l’uomo che aveva abusato di lei quando aveva 8 anni. E’ successo in Inghilterra, dove una quindicenne, saputo che lo stupratore era tornato in libertà dopo una pena di pochi anni (lui stesso le aveva fatto sapere di essere di nuovo libero), ha preso un coltello, è andata a casa sua e gli ha detto che lo avrebbe ucciso. Così ha tentato di fare davanti ai suoi due figli, fortunatamente la coltellata lo ha colpito poco vicino al cuore e l’uomo, miracolosamente, non è morto. La ragazza, che soffre ancora psicologicamente in modo grave della storia subita, si è consegnata lei stessa alla polizia e condotta a processo. Ma qui è accaduto il colpo di scena che nessuno si sarebbe mai aspettato. Il giudice, dopo aver indagato a fondo sulla storia, ha deciso di condannarla a due anni in un centro di riabilitazione per minori invece che mandarla in carcere come prevede la legge inglese, e di accollarsi lui le spese processuali della ragazzina. Questo perché, ha detto, la giustizia si era macchiata di un grave errore dando una pena troppo leggera al pedofilo, aggiungendo “Sarebbe una disgrazia imperdonabile mandare una sopravvissuta come te in prigione”.