Emmanuel Macron, come primissima tappa da neo presidente della Repubblica francese dopo le elezioni oggi ha partecipato con Hollande alle celebrazioni per l’armistizio che ha posto fine alla seconda guerra mondiale. Un incontro che ha commosso letteralmente Macron, pronto ad affrontare la grande sfida che il popolo francese gli ha posto davanti consegnargli la residenza dell’Eliseo nei prossimi 5 anni; subito questa sera ci sarà il primo viaggio da Presidente, come promesso in campagna elettorale, a Berlino con l’incontro voluto assieme alla Cancelliera Angela Merkel. «Voglio rilanciare l’Unione europea, e il motore di questo rilancio non può che essere l’amicizia franco-tedesca. Da qui bisogna ripartire, poi sarà fondamentale avere l’appoggio degli altri grandi Paesi. Ma niente è possibile se prima non rimettiamo in modo il motore franco-tedesco», aveva promesso Macron prima di vincere il ballottaggio delle Presidenziali. Terza tappa del programma iniziale di Macron prevede l’ufficiale passaggio di consegne domenica prossima, 14 maggio, tra il presidente uscente e il nuovo inquilino dell’Eliseo. In quello stesso giorno Macron dovrebbe sciogliere lue sue ultime riserve sul nome del Primo ministro del Governo e potrebbe cadere sul deputato socialista del Finistere, segretario generale di En Marche!, Richard Ferrand. (agg. di Niccolò Magnani)
Ha stravinto Emmanuel Macron e come prima mossa politica dopo le Elezioni in Francia che lo hanno eletto nuovo inquilino dell’Eliseo arrivano le dimissioni da presidente di En Marche!, la creatura politica fondata e nata proprio per questa campagna Presidenziali 2017 (con le iniziali EM che evidentemente richiamano proprio alla sua persona). Mentre i dati definitivi hanno stabilito un record incredibile di schede bianche in tutta la Francia – circa 4 milioni di francesi hanno votato “nullo” – emergono alcune indiscrezioni riguardo all’immediato futuro di En Marche dopo le dimissioni di Macron, evidenti per il suo nuovo ruolo come Presidente della Repubblica. Dalla Francia infatti filtra che lo stesso Emmanuel starebbe pensando a cambiare il nome del partito in “Repubblica in Movimento” (Republique en Marche) per provare a dare una nuova stretta e un nuovo corso più istituzionale, cercando tra l’altro di acchiappare qualche trasfuso repubblicano che lo ha votato in questo ballottaggio (e chissà, forse già dal primo turno). Primo effetto positivo per Macron dopo la sua vittoria riguardano invece i sondaggi delle Legislative dell’11 e 18 giugno: En Marche è in testa a tutte le intenzioni di voto davanti agli altri partiti e rischia di fare “man bassa” anche nelle elezioni parlamentari a breve distanza. (agg. di Niccolò Magnani)
Sarà Berlino la prima visita ufficiale del neo presidente Emmanuel Macron dopo la vittoria alle Elezioni in Francia, con un risultato netto e confermato nella notte al 66,06% (Marine Le Pen invece si ferma al 33,94%), alimentando se ce ne fosse bisogno ancora le battutine sugli stretti rapporti con la Germania. A livello generale e finale, il neo-presidente francese ha ottenuto 20.703.631 voti, mentre la leader del Front National si è fermata a 10.637.183. Segnaliamo una particolarità incredibile avvenuta nella Capitale francese sotto la Tour Eiffel: raramente si è visto un risultato così “monocolore” in una città così popolosa e dalle diverse culture ed etnie come Parigi. Macron ha infatti conquistato il 90%, mentre la leader del Front National ha inforcato una debacle a suo modo storica, con il solo 10% ottenuto nel ballottaggio della Capitale. Il Front National a Parigi non è passato, nel resto del Paese ha fatto di certo meglio e si presenta come il primo partito dell’opposizione che già dalle Legislative di giugno potrà dare filo da torcere al neo presidente Macron, vincente ma senza un vero partito alle spalle. (agg. di Niccolò Magnani)
Emmanuel Macron batte Marine Le Pen e si aggiudica la corsa per l’Eliseo, diventando, dopo François Hollande, l’ottavo presidente della Quinta Repubblica. Le proiezioni delle 20.30, a urne appena chiuse, davano una netta affermazione di Macron, 65,5%, contro Marine Le Pen, 34,5%; un dato di poco lontano dallo spoglio reale, che vede prevalere alla fine dello scrutinio il candidato di En Marche! con il 66.06% sulla leader del Front national, che si ferma al 33.94%. Un voto netto, dunque, quello che la Francia ha espresso oggi nelle urne, un voto dopo il quale il paese cerca una nuova sintesi nazionale e politica, tra il difensore della globalizzazione e dell’Unione Europea, l’uomo per il quale Obama è sceso nuovamente in campo, Emmanuel Macron, e il prodotto della crisi sociale, di tante scelte sbagliate della precedente amministrazione socialista, di una Francia che vive nella paura degli attentati – un paese, questo, impersonato dalla minoritaria Marine Le Pen, che non è riuscita, nonostante alla vigilia del ballottaggio avesse ammorbidito il suo messaggio anti-establishment e anti-euro, a raggiungere il 40%.
E così, alla chiusura delle urne, mentre nel quartier generale di Le Pen si cantava la Marsigliese, Macron affidava a Twitter il suo primo messaggio: “Oggi inizia una nuova era di speranza e fiducia per la Francia”. Un discorso improntato all’unità, per lui, come richiede la tradizione della presidenza francese, in perfetto stile “monarchia repubblicana”. “Difenderò la Francia, i suoi interessi vitali e la sua immagine – ha detto Macron nel suo primo discorso da presidente – mi impegno per questo. Difenderò l’Europa, è la nostra civilizzazione a essere in gioco, il nostro modo di esser liberi”. E ancora: “Il mio impegno sarà per rafforzare il legame tra l’Europa e i suoi cittadini”. Macron ha riservato parole importanti all’emergenza terrorismo, garantendo che la Francia sarà in prima linea nel contrastarlo, “sia nel suo territorio nazionale sia a livello internazionale. La lotta potrà durare a lungo ma la condurremo senza indebolirci” ha detto il neopresidente, che ha rivolto un saluto anche agli sconfitti del Front National, mandando un messaggio improntato all’unità nazionale: “Rivolgo un saluto repubblicano alla mia rivale, conosco che le divisioni della nostra nazione che hanno portato alcuni a un voto estremo. Conosco la collera, i dubbi, l’ansia che alcuni hanno espresso. È mia responsabilità ascoltarvi, lottando contro tutte le forme di illegalità, garantendovi sicurezza, garantendo l’unità della nazione”.
Da parte sua, il Front National di Marine Le Pen esce duramente sconfitto da queste elezioni presidenziali. Già si levano le voci di chi vuole ridiscutere non solo la strategia ma perfino il nome: lo ha detto il vice presidente del FN Florian Philippot dopo il discorso di Le Pen, nel quale la candidata della destra ha annunciato che l’opposizione a Macron riprenderà questa sera stessa, anche se si lavorerà per un soggetto che vada oltre il Front National. “Per noi è un risultato storico” che “pone il fronte patriottico come prima forza d’opposizione”, ha detto Marine Le Pen dopo l’uscita degli exit polls. Ma è chiaro che il secondo partito di Francia non è il Front National, bensì quello dell’astensione, che alla vigilia avrebbe dovuto avvantaggiare proprio Marine Le Pen, e che invece non ha impedito al classico “rassemblement” francese (ossia il voto degli esclusi al primo turno contro la destra) di funzionare, almeno in parte, anche stavolta.
Non potevano mancare le congratulazioni di Angela Merkel – le prime ad arrivare dall’estero – e perfino di Donald Trump: “Congratulazioni a Emmanuel Macron per la sua grande vittoria oggi come nuovo presidente della Francia. Aspetto con ansia di lavorare con lui!” ha twittato il presidente americano. Prossimo appuntamento per Macron: le non facili elezione dell’Assemblea nazionale. Una partita a rischio tutt’altro che già decisa.