Un carico di esplosivo di almeno 70 chilogrammi, piazzato in una vettura nei pressi di uno snodo istituzionale dall’importanza decisiva: la sede della Banca di Grecia e gli uffici della “famigerata” Troika, che di fatto governa il paese ellenico da quando è precipitato nella disastrosa crisi economica. I nemici del popolo, insomma. La bomba per fortuna è esplosa all’alba quando nella zona non c’era praticamente nessuno e così non ha fatto vittime e neppure feriti, ma certo è il segnale allarmante di una tensione sociale che potrebbe sfociare in una escalation di sangue proprio in vista delle ormai prossime elezioni europee. Ilsussidiario.net ha chiesto al giornalista Teodoro Andreadis Synghellakis di approfondire quanto è successo.
Che idea si è fatto di questo attentato?
E’ sicuramente collegato alla tensione sociale e purtroppo al riaffacciarsi di una violenza che in qualche modo è collegata alla crisi economica. La tempestività di quanto accaduto non è causale, con il ritorno della Grecia sui mercati internazionali proprio in questi giorni dopo anni di assenza, l’avvicinarsi delle elezioni europee e la visita di Angela Merkel che comincia oggi.
Una sorta di avvertimento alla Merkel e a chi condiziona ormai da tempo la vita economica del paese?
Come sempre un attentato terroristico viene pensato e messo in atto per spostare l’attenzione dal dibattito politico (così importante in Grecia) alla minaccia terroristica. La Grecia ha infatti davanti a sé scadenze importanti. C’è in corso e ci sarà ancora di più un dibattito politico molto forte e un attentato mira soltanto a mettere in ombra questo dibattito.
L’attentato non è stato rivendicato, i primi sospetti sembrano indicare però una figura nota del terrorismo estremista di sinistra greco, quel Christodoulos Xiros che dalla metà degli anni settanta al 2000 ha commesso oltre venti omicidi. E’ evaso lo scorso gennaio: potrebbe esserci lui dietro alla bomba di ieri?
Potrebbe esserci lui, certo, anche se quando si parla di una persona non fermata dalla giustizia tutto è possibile. Come è possibile che ci siano dietro lui frange anarcoinsurrezionaliste che in Grecia sono molto presenti ma che non penso potrebbero mettere a segno un colpo come questo proprio davanti alla Banca di Grecia. Si dovrà vedere, anche se sarà difficile che ci siano degli arresti nelle prossime ore. Il problema è evitare una escalation di violenza prima delle elezioni europee, perché questo sarebbe infiammare una situazione sociale già di per sé intricata.
La Grecia è attraversata da opposti estremismi, quello di sinistra e quello di destra. Potrebbero convergere per rendere ingestibile la situazione nazionale?
Gli opposti fronti che ci sono in Grecia sono questi gruppi che organizzano appunto attentati di matrice terroristica. Alba Dorata al momento è zoppicante e molto meno forte per una serie di arresti, anche se ha comunque delle percentuali alte: si pensa possa arrivare al 10%, ma non però il 17% di cui si faceva riferimento fino a ottobre.
Cosa rappresenta oggi Alba Dorata?
Con gran parte del suo gruppo dirigente sotto processo ci potrebbero essere delle frange impazzite pronte a fare attentati terroristici. Si tratta di elementi pronti ad alzare la tensione e a rischiare il tutto per tutto, anche se in questo momento in quel partito sta prevalendo un profilo basso, per far credere di non avere rapporti organici con i neo nazisti europei e accreditarsi come un partito che rimane all’interno dell’area costituzionale.
Cosa immagina potrà succedere nel prossimo futuro?
Bisognerà vedere se e quando inizierà a scendere la disoccupazione. La tensione sociale in Grecia si fermerà solo quando comincerà a scendere la disoccupazione, altri dati possono dare speranza ma non fino a quando si hanno stipendi da 200 euro al mese e una disoccupazione quasi al 30%, tutto il resto diventa quasi relativo.
Che cosa ci si aspetta dalle prossime elezioni europee? Ci sono già dei dati indicativi di quale potrà essere il risultato elettorale?
Al momento i sondaggi danno una certa prevalenza della sinistra europeista, seguita dal centrodestra. La sorpresa al momento sembra essere questo nuovo partito To Potami (Il Fiume), fondato dal giornalista televisivo Stavros Theodorakis, un partito di centrosinistra senza forti connotazioni ideologiche che sarebbe tra l’8 e il 9%. Il partito socialista al momento al governo sembra ridimensionato, mentre il quarto partito sarebbe purtroppo Alba Dorata intorno al 10%. Le elezioni saranno un indicatore forte per vedere se questa ricetta di austerità ha funzionato o no e quali conseguenze ha portato e dunque se prevarrà la coalizione di governo o se la sinistra estrema di Tsipras riuscirà a sfondare. Attualmente sarebbe intorno al 20%.