Barack Obama resterà alla Casa Bianca per i prossimi quattro anni: ha ottenuto quella vittoria che aveva chiesto al popolo americano fino all’ultimo istante di una campagna elettorale raramente così combattuta. Il modo però con cui ha vinto non potrà non lasciare il segno. Secondo Dino DeConcini, avvocato e uomo d’affari residente in Arizona, contattato da ilsussidiario.net, la società americana ne esce frazionata e divisa come non mai. «Obama ha vinto non perché abbia convinto i suoi elettori in questi quattro anni, anzi molti, soprattutto le minoranze, erano profondamente delusi da lui, e l’hanno votato solo perché era la scelta meno peggiore». Adesso, dice ancora DeConcini, Obama si trova ad affrontare la questione economica, ed è una sfida tutta da combattere e che continuerà ancora per anni per uscire dalla crisi.
Una vittoria sudata quella che ha ottenuto Obama: è così?
Bisogna tenere conto delle due modalità di voto americane. Nei collegi elettorali, quelli che esprimono i grandi elettori, Obama ha vinto con buon margine, ma nel voto popolare diretto, questo margine è stato assai ridotto.
Nel suo discorso di ringraziamento Obama ha lanciato un esplicito invito a Mitt Romney a lavorare insieme nei prossimi anni. Questo, secondo lei, è il segno di una unità nazionale che nonostante tutto sopravvive?
Obama ha cercato di riprendere quanto aveva già detto quattro anni fa, la medesima richiesta rivolta ai repubblicani di lavorare insieme. Ma in realtà tutti coloro che hanno un po’ di esperienza politica avevano già allora considerato questo tipo di richiesta davvero ingenua e che poteva essere spiegata solo con la sua mancanza di esperienza politica.
Quella richiesta si è realizzata in qualche modo o no?
Lo si è visto in questi quattro anni: la possibilità di fare qualcosa insieme ai repubblicani è stata praticamente nulla. Di fatto, per tutti gli ultimi quattro anni i repubblicani hanno solo cercato di abbattere la sua presidenza. Perché adesso Obama abbia ripetuto questa richiesta a Romney è davvero strano e pone delle domande. L’unica risposta che riusciamo a darci è che questo fa parte della personalità di Obama, che abbia cioè voluto estendere nuovamente la sua apertura amichevole ai repubblicani.
Romney nel suo discorso è sembrato alquanto positivo nei confronti di Obama, dicendo addirittura che avrebbe pregato per lui affinché vincesse le sfide che lo aspettano.
Romney ha detto tante di quelle cose diverse una dall’altra che è davvero difficile capire a cosa credere quando parla. Probabilmente ha voluto rimarcare la sua differenza dal leader repubblicano alla Camera dei deputati, e senz’altro le sue parole nei confronti di Obama sono benvenute. Ma che questo poi possa accadere davvero, sinceramente non lo so e dubito possa succedere. La sua frase sembra più quanto è tradizione nella politica americana: congratularsi cioè con il vincitore e poi dimenticarlo, invece che lavorare per il bene del tutti.
E la gente comune? C’è la stessa divisione che c’è fra i leader dei partiti?
Queste elezioni hanno dimostrato soprattutto una cosa: che il popolo americano è profondamente diviso. Il voto popolare indica questo, che Obama ha preso i voti delle donne, dei giovani e delle minoranze, e Romney i voti degli uomini di razza bianca. La società americana è davvero frazionata in modo preoccupante.
Ritiene che i membri del movimento Occupy Wall Street abbiano votato e, se lo hanno fatto, in favore di Obama?
Sì, alla fine hanno votato per Obama. Tanti americani suoi supporter di quattro anni fa erano molto delusi da lui, ma alla fine non c’era scelta.
In che senso?
La ragione è che Romney, quando durante le primarie stava correndo il rischio di perdere, si è dovuto avvicinare alla destra più estrema del suo partito per prenderne i voti. La posizione che ha preso quasi su ogni argomento durante la campagna elettorale ha fatto sì che la base di Obama si sia rianimata proprio per contrastare Romney. Teniamo conto che le minoranze razziali come gli afroamericani, ma soprattutto gli ispanici, erano molto delusi e arrabbiati con Obama.
Perché?
Il motivo è che Obama non ha intrapreso un’autentica riforma a favore delle minoranze come quella latina in particolare. Romney però se n’è uscito con quella frase a proposito di deportare le minoranze e a questo punto non hanno potuto fare a meno che votare per Obama.
Ritiene che alla base di queste divisioni ci siano anche argomenti etici, ad esempio i matrimoni gay?
Su questo punto il ragionamento è molto complesso. America ed Europa si trovano in una ovvia crisi. Dopo la Seconda guerra mondiale eravamo tutti ambiziosi, la prosperità era a portata di mano, prosperità che si è realizzata, ma quei giorni sono finiti per sempre. Le recenti recessioni, questa e la precedente, hanno demoralizzato il popolo americano. La gente ha perso il naturale ottimismo che l’aveva sempre caratterizzata. In questo tipo di situazione si verificano estremismi politici che coinvolgono un po’ tutti e prendono spunto anche da motivazioni etiche come l’aborto o la contraccezione.
Crede che la sfida economica sarà quella più difficile da affrontare per Obama?
Sì, senz’altro. La distruzione dell’economia americana da parte di un gruppo di pochi ricchi e la maggioranza della gente che diventa sempre più povera hanno creato una situazione drammatica. Oggi assistiamo al fatto che per riprendersi da una crisi economica i tempi si allungano sempre di più. Questo quadro continuerà nei prossimi anni e sarà la battaglia da vincere per non morire.