L’accusa è molto semplice: fornicazione. Aver cioè avuto rapporti sessuali senza essere sposati. Per chi vive nello Stato islamico, essere accusati e condannati per quesito equivale non solo a una condanna a morte, ma in uno dei modi più terribili che si possa immaginare, cioè mediante lapidazione. Ammazzati a colpi di sassi. E’ successo a Mosul, capitale dello Stato islamico, come dimostrano le immagini diffuse come sempre dagli stessi miliziani dell’Isis, in cui si vede l’ormai tristemente nota figura di un personaggio sempre presente a questo genere di esecuzioni, un anziano dalla lunga barba bianca, tale Abu Ansar al-Ansari, considerato il giudice supremo della follia islamista. L’applicazione alla lettera del Corano è stata eseguita ancora una volta davanti a una folla numerosa compresi molti bambini. I due accusati sono bendati e con le mani legate in modo che non possano scappare, una pila di grossi sassi è bene in vista in mezzo alla strada, poi chiazze di sangue ovunque mentre i due giovani vengono barbaricamente uccisi. A colpirli gente comune, neppure mascherata, che si accanisce con ferocia e senza pietà.