Strane cose succedono oggi fra i cristiani. Stiamo parlando della Chiesa anglicana nella fattispecie. Per il bene di tutti gli omosessuali e della “nazione” LGBT un pastore anglicano, il reverendo Kelvim Holdsworth, molto noto per le sue campagne per i diritti dei gay, ha fatto ai suoi fedeli una richiesta un po’ particolare. Anzi, diremmo davvero umoristica. E pensare che il sacerdote ricopre anche un ruolo non da poco nella Chiesa anglicana, in quanto prevosto della Cattedrale di Santa Maria di Glasgow, in Scozia. Insomma, il reverendo ha detto esplicitamente, secondo quanto riportano diversi media inglesi, che se il principino George, 4 anni, figlio del principe William e terzo in linea di successione al trono del Regno Unito, fosse “benedetto” con l’amore di un “giovane gentiluomo” (speriamo che intenda almeno quando entrambi saranno maggiorenni) questo potrebbe essere una pressione positiva per la Chiesa al fine di sostenere il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
“Se la gente non vuole impegnarsi a sostenere questo (i matrimoni gay, ndr)” ha aggiunto “gli inglesi hanno un’altra opzione unica, che quella di pregare nel loro cuore o pubblicamente se ne hanno il coraggio, perché il Signore benedica il principe George con l’amore di un altro giovane. Un matrimonio di questo tipo sarebbe un esempio memorabile, anche se dovremo aspettare più o meno 25 anni”. Nel qual frattempo molti di noi saranno morti, per fortuna (aggiungiamo noi). Fortunatamente nella Chiesa anglicana non sono tutti a questi livelli di interpretazione teologica. L’ex cappellano privato della Regina Elisabetta, il reverendo Gavin Ashenden, ha replicato dicendo che sperare che il principino di 4 anni si innamori di un uomo “è ingiusto e anti cristiano” aggiungendo anche una spiegazione di carattere politico: “Pregare che il principe cresca omosessuale, in particolare quando l’aspettativa è che produca un erede biologico con una donna che ama, è pregare in un modo che può disabilitare e minare il suo ruolo costituzionale e personale”. Insomma la morale di questa storia è di andarci piano con le preghiere: non vorremmo domani risvegliarci omosessuali o trans perché qualcuno di voi ha pregato troppo insistentemente il buon Dio…