L’AUTOBOMBA A OSLO – Si è scatenato l’inferno ieri nel cuore della Norvegia, colpita da due attacchi: prima un’autobomba nel pieno centro di Oslo, poi una sparatoria contro un raduno di giovani laburisti. La capitale, in un tranquillo pomeriggio estivo, 15:25 circa, si è trasformata in un teatro di guerra. L’esplosione ha scosso l’edificio dove si trova il giornale Vg, proprio accanto all’ufficio del primo ministro Jens Stoltenberg. Crolla il tetto della sede del giornale e vanno in frantumi la maggior parte delle finestre sia dell’edificio di Vg che degli uffici governativi. La polizia ipotizza che si tratti di un’autobomba, come rivelano le immagini delle telecamere di sorveglianza. Spiega, infatti, un ufficiale di polizia: ”una grande automobile è stata vista passare nel quartiere del governo pochi istanti prima dell’esplosione”. Al momento dell’esplosione il primo ministro non si trovava nell’edificio governativo. È sano e salvo così come gli altri ministri del suo governo, mentre diversi funzionari e collaboratori sono stati colpiti. Il centro di Oslo, in preda al caos, è stato subito evacuato dalla polizia. I soldati sono stati schierati nel cuore della capitale norvegese, isolando la zona dell’esplosione.
LA SPARATORIA A UTOYA – Solo tre ore dopo il primo attacco, la Norvegia piomba di nuovo nel terrore. Nella periferia di Oslo, a Utoya, è in corso un convegno di giovani laburisti, dove è atteso anche il primo ministro Stoltenberg. Un uomo dall’aspetto scandinavo apre il fuoco sui giovani radunati per il meeting. L’uomo esplode almeno una decina di colpi di arma da fuoco, probabilmente un fucile da caccia. I ragazzi intorno cercano di scappare a nuoto dall’isola o si fingono cadavere. Poco dopo viene arrestato. Ma l’incubo non finisce, perché la polizia comunica che nel campo potrebbero esserci ancora degli esplosivi.
LE VITTIME – Il bilancio delle vittime negli attacchi a Oslo è salito a 91, come riferisce la polizia. L’esplosione nel centro della capitale ha provocato 7 morti, mentre sono 84 le vittime della sparatoria sull’isola di Utoya, a 50 km dalla capitale norvegese.
LA RIVENDICAZIONE ISLAMICA – In serata arriva la prima rivendicazione degli attacchi: è firmata da un gruppo finora sconosciuto, i ”Sostenitori della Jihad globale”, in un forum jihadista. I rivendicatori mettono l’attentato in rapporto all’impegno della Norvegia in Afghanistan e alle vignette satiriche sul profeta Maometto. Le autorità mostrano subito dubbi su tale ipotesi.
FERMATO IL PRESUNTO AUTORE – La pista avvallata dalla polizia è infatti quella dell’estremismo di destra, dopo l’arresto del presunto autore della strage, Anders Behring Breivik. Il 32 enne è tenuto sotto interrogatorio dalla polizia con cui sembra stia collaborando. Arrestato subito dopo la sparatoria a Utoya, è sospettato di essere l’autore di entrambi gli attacchi. Secondo la descrizione fornita da Breivik stesso, “è single, cristiano, conservatore e anti-islamico”. Il giovane dice di amare la musica classica, la caccia e i videogiochi, soprattutto di guerra come Modern Warfare 2 e World Warcraft. Tra i suoi interessi elenca anche il body-building e la massoneria. Si mostra decisamente avverso a una società multiculturale e multirazziale. L’unico suo messaggio su Twitter riporta una frase del filosofo britannico John Stuart Mill, ora al centro di molte congetture: «Una persona con un credo ha altrettanta forza di 100.000 persone che non hanno interessi». Abita a Oslo in un appartamento di un quartiere benestante della capitale, o ovest. Aveva preso parte al raduno laburista, dove erano convenuti giovani tra i 14 e i 19 anni, travestito da poliziotto e spiegava di essere lì per seguire un’indagine. Poche ore prima Breivik era stato visto sul luogo dell’esplosione nel centro di Oslo.
LA MASSONERIA – Breivik risulta affiliato alla loggia massonica norvegese di San Giovanni Olaus dei tre pilastri. A scriverlo è il quotidiano del Paese scandinavo Dagbladet, sul proprio sito internet. Il 32 enne è membro di terzo livello su dieci di una loggia il cui motto è “E tenebris ad lucem”, dalle tenebre alla luce. Il portavoce della loggia, Helge Qvigstad, ha preso le distanze dall’attacco e da Breivik stesso: «non abbiamo modo di esprimere un parere su individui o incidenti relativi a tutti i membri”.
IL SOSPETTATO ACQUISTO’ TONNELLATE DI FERTILIZZANTE – Il giovane arrestato era anche proprietario di una fattoria agricola sulla riva occidentale del fiume Glomma ad Asta, un piccolo villaggio nella regione dell’Hedmark, zona agricola norvegese. Qui Breivik si era trasferito da appena un mese. Aveva comprato tonnellate di fertilizzante per preparare l’attentato, come raccontano alcuni del luogo, nel magazzino della comunità (Felleskjopet) più vicino, a Rena.
IL PRIMO MINISTRO STOLTENBERG – Una “tragedia nazionale”: sono queste le parole con cui il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg ha definito i due terribili attacchi di ieri che hanno gettato il paese nel dolore e nel panico. Una tragedia che il primo ministro ha vissuto in prima persona, sia come capo del governo, che come possibile obiettivo di almeno uno degli attacchi, l’autobomba nel centro di Oslo. Anche come padre, perché i suoi figli erano al meeting dei giovani laburisti a Utaya, dove lui stesso avrebbe dovuto essere l’ospite d’onore. Alcune delle vittime dell’esplosione sono conoscenti stretti, funzionari della presidenza del consiglio che hanno perso la vita. Stoltenberg ha ricordato che «mai dalla seconda guerra mondiale il nostro Paese è stato colpito da un crimine di questa portata».
SOLIDARIETA’ ALLA NORVEGIA – Diversi paesi hanno espresso subito la propria condanna degli attacchi e il cordoglio: dagli Stati Uniti il presidente Barack Obama afferma che gli eventi di Oslo ricordano l’importanza della lotta al terrorismo, mentre il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, si dice ”scioccato”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha condannato il ”vile atto terroristico” mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso la sua vicinanza alla Norvegia. Anche dalla Nato è arrivata una ferma condanna. Anche il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi si è unito alle espressioni di condanna di quanto accaduto e di solidarietà di Teheran al popolo e al governo norvegese. Il presidente russo Dmitri Medvedev ha espresso le sue condoglianze al premier norvegese Jens Stoltenberg per il doppio attacco “mostruoso”.
LE MISURE DI SICUREZZA – Le autorità hanno preso drastiche misure di sicurezza subito dopo gli attentati, isolando le zone colpite e invitando tutti gli abitanti della capitale, in tutto mezzo milione, ad allontanarsi dal centro di Oslo. Subito dopo l’esplosione era stata sospesa la validità degli accordi di Schengen ed erano tornati i controlli alle frontiere. Lo stato d’allarme è calato oggi, e il ministro della Giustizia, Knut Storberget, ha detto che non vi sono ragioni per innalzare ulteriormente il livello di allarme sulla Norvegia: «Per il momento non abbiamo motivi di pensare che via siano altre minacce».