Un nuovo caso Pussy Riot? Ruslan Sokolovsky, come riporta oggi la stampa inglese, un giovane di 22 anni, si trova in carcere da due mesi e rischia cinque anni di carcere se verrà giudicato colpevole di aver violato la legge russa sulla blasfemia, cioè di “incitazione all’odio contro la religione”. Esattamente quello che era successo alle Pussy Riot, solo che stavolta si tratta di Pokemon Go, il gioco virtuale che è diventata l’ultima moda di tanti in tutto il mondo. In realtà Sokolovsky, che si è filmato mentre cercava Pokemon nella cattedrale di Ognissanti della città di Ekaterinburg, avrebbe volutamente fatto un gesto plateale appunto per protestare contro quella legge, andando cioè a giocare in chiesa come gesto di protesta. Gli esperti del gioco infatti non hanno neanche saputo dire se l’edificio è uno dei cosiddetti”Pokestop”, i luoghi dove vengono nascosti gli animaletti virtuali. Non solo: il giovane ha messo online un video di quello che stava facendo e così la polizia l’ha scoperto. Un portavoce della Chiesa ortodossa russa ha infatti precisato che è la natura provocatoria del video che ha portato all’arresto, non il fatto che stesse giocando in chiesa: “Cacciare Pokemon in chiesa non è un insulto ai sentimenti religiosi, dato che è soltanto l’uso di una applicazione per cellulare all’interno di un edificio religioso” ha detto. Sui social intanto è già partita una campagna in sua difesa.