Fra un anno, precisamente il 29 marzo 2019, la Gran Bretagna lascerà ufficialmente l’Unione Europea. Il referendum del giugno del 2016 ha infatti sancito la Brexit, la volontà dei britannici di abbandonare l’UE, e fra un anno capiremo realmente cosa succederà. Nel frattempo, il Primo Ministro Theresa May, predica ottimismo e soprattutto unità interna. Nella giornata di ieri è stata protagonista di un vero e proprio tour de force di 12 ore, in cui ha visitato tutte le nazioni del Regno, quindi l’Inghilterra, il Galles, la Scozia e l’Irlanda del Nord. Delicate in particolare la questione scozzese e quella irlandese, con i primi che non erano molto propensi all’uscita, mentre i secondi, l’UE vorrebbe che si “unissero” commercialmente all’Eire. May, dal suo canto, è sicura di poter portare il paese nella Brexit in maniera unita, sottolineando inoltre l’opportunità dello svincolo europeo, e dicendosi convinta di poter stringere un buon accordo commerciale con i 27 paesi dell’UE. Non la pensa così, ovviamente, l’opposizione laburista, che parla di vero e proprio caos. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
12 MESI ALLA BREXIT
Manca un anno esatto all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, quella che è chiamata Brexit. Il 29 marzo del 2019, infatti, la Gran Bretagna si staccherà ufficialmente dall’insieme di nazioni facenti parte l’UE, e sono in molti quelli che si domandano cosa accadrà davvero al popolo britannico. Il tutto ebbe inizio nel 2016, con le proteste anti-UE che sfociarono poi nel noto referendum del 23 giugno dello stesso anno, quando la premier Theresa May invocò l’articolo 50 dei Trattati, che permette ad uno stato di avviare le trattative per lasciare l’Unione. Fino ad ora la Brexit non sembra aver giovato, visto che il Pil britannico è diminuito negli ultimi anni, proprio per vie delle molte incertezze legate all’uscita dall’Unione. A livello pratico dovrebbe cambiare davvero poco per i cittadini europei che vivono nel Regno Unito, che manterranno i diritti già acquisiti.
IL CASO DELL’IRLANDA E L’ANTIEUROPEISMO
Ciò però non ha impedito a moltissimi cittadini di richiedere il passaporto britannico, o di uno degli stati dell’Unione, di modo da tutelarsi in caso di cambiamento di qualche legge. Potrebbero invece sorgere dei problemi per quanto riguarda l’Irlanda, divisa fra Eire e Irlanda del Nord. L’Unione Europea gradirebbe che l’Ulster rimanesse nel mercato unico, ma Londra ha risposto picche, temendo che le due Irlande possano riunificarsi dopo secoli. A preoccupare maggiormente l’UE, il fatto che alla Brexit possano susseguire altre uscite, soprattutto se la Gran Bretagna dovesse in qualche modo giovarne da questo svincolo. Sta infatti diffondendosi a macchia d’olio un senso di antieuropeismo, come ad esempio il caso dell’Italia, con Lega e 5 Stelle che gradirebbero staccarsi dall’Euro. Ma anche Austria e Ungheria non fanno dell’Europa una priorità, così come gran parte dei paesi dell’est.