Il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva fatto sapere che Israele avrebbe sospeso ogni azione militare nella striscia di Gaza durante la breve visita odierna nei territori palestinesi del primo ministro egiziano, Hisham Qandil, recatosi a Gaza “per esprimere il sostegno” dell’Egitto “al popolo palestinese e vedere quali sono i suoi bisogni”. La tregua è però durata solamente pochi minuti, perché Hamas ha proseguito con il lancio di razzi e Israele ha risposto colpendo il Nord di Gaza. Qandil trascorrerà tre ore nell’enclave con l’obiettivo, secondo diverse fonti, di verificare le possibilità di una tregua. Intanto, dopo l’uccisione del capo militare di Hamas, anche nella giornata di ieri sono continuate le ostilità fra gli islamici di Gaza e Israele. I miliziani palestinesi hanno indirizzato i propri razzi verso le principali città israeliane e, nel pomeriggio, un razzo è esploso a Tel Aviv, davanti alla costa di Giaffa, senza provocare vittime ma facendo rivivere agli israeliani l’incubo dei bombardamenti iracheni di fine gennaio del 1991 durante i primi giorni della Guerra del Golfo. Sembra che il missile lanciato su Tel Aviv fosse un Fajr 5, arma di ultima generazione in dotazione alle forze armate iraniane. Intanto, dopo i raid aerei, sembra che le truppe israeliane si stiano organizzando per mettere in atto anche un’offensiva via terra, dirigendosi verso il confine con la Striscia di Gaza. Il ministro della Difesa israeliano ha chiaramente fatto sapere che i militanti palestinesi “pagheranno il prezzo per il lancio dei razzi contro Tel Aviv”. Un portavoce di Hamas ha invece comunicato che, “se l’aggressione di Israele continua”, “una pioggia di razzi” si riverserà sugli israeliani, i soldati e i politici. Nuovi raid israeliani, avvenuti questa notte, hanno invece distrutto un edificio amministrativo del ministero dell’Interno, utilizzato per i rinnovi dei passaporti, nel quartiere di Tel al-Hawa. Già da questa mattina, invece, decine di razzi sparati da Gaza sono esplosi in molte località nel Sud del Paese fra cui Ashqelon ed Ashdod.
Il ministero dell’Interno di Hamas ha fatto sapere che durante la notte “ci sono stati 130 attacchi”, mentre altre “decine di bombardamenti” sono avvenuti questa mattina. Il bilancio complessivo delle ostilità è attualmente di 19 palestinesi e tre civili israeliani uccisi, tra cui anche donne e bambini. I feriti palestinesi sono circa 150, 16 quelli israeliani.