Secondo quanto riportato dal sito del Cremlino, nel fare gli auguri per il nuovo anno a Putin, Matteo Renzi è stato preceduto solo dal presidente della Finlandia. Di fianco alla notizia della telefonata, sul sito presidenziale russo appare anche il resoconto della concessione da parte di Putin della cittadinanza russa ad Ezio Gamba, il bresciano che dal 2009 è allenatore della nazionale di judo. Il sito riporta il discorso tenuto alla squadra in ritiro a Sochi, in cui Putin ha ringraziato Gamba per il lavoro con la squadra e perché persone come lui sono capaci di unire nazioni, popoli e Paesi più che non “la maggior parte dei demagoghi abituati a scambiarsi le loro opinioni su materie semipolitiche”.
Putin ha citato la telefonata avuta nella stessa giornata con Renzi, sottolineando che i loro rapporti sono “molto amichevoli”, e che grazie a Gamba, italiano e ora anche russo, “ameremo l’Italia ancor di più”. Non è mancato neppure un riferimento all’Onnipotente, al quale il presidente della Federazione judo ha affidato l’esito delle Olimpiadi. Putin ne ha approfittato per definire l’Onnipotente “una immagine generica che serve per persone che appartengono a diversi gruppi etnici e con differenti origini religiose”, e dichiararsi molto soddisfatto che quella russa sia una squadra multietnica, ma che “condivide obiettivi comuni e un Paese comune”.
Una conferma dell’approccio di Putin ai problemi interni russi, ma anche una affermazione, probabilmente strumentale, di sintonia con Renzi che ricorda i tempi della cordiale entente con Berlusconi. D’altra parte, il nostro premier è stato in dicembre il capofila di quegli Stati dell’Ue non convinti dell’opportunità di continuare le sanzioni contro la Russia, pur senza molto successo, anche per l’opposizione di Angela Merkel. Renzi ha così potuto rimarcare come la Germania da un lato sostenga le sanzioni che colpiscono altri Paesi, in particolare l’Italia, ma dall’altro continui a fare affari con la Russia, come nel caso del raddoppio del Nord Stream.
Questa posizione critica di Renzi nei confronti della Germania non è sfuggita al mondo anglosassone, per esempio a Politico, autorevole testata politica americana, che nella sua edizione europea gli ha dedicato un articolo dal titolo “Cinque consigli per l’offerta di Matteo Renzi a guidare l’Europa”. Ecco i consigli della rivista “all’ambizioso italiano”: 1. Vincere le elezioni. 2. Imparare l’etichetta di Bruxelles. 3. Costruire alleanze. 4. Sistemare il suo Paese. 5. Migliorare la sua conoscenza delle lingue.
Questi consigli mettono in evidenza le manchevolezze di Renzi, dal fatto di non aver mai vinto un’elezione — arrivando alla Presidenza del Consiglio attraverso una lotta interna di partito —, al suo comportamento “disdicevole” nelle riunioni internazionali, citando l’ormai famoso ritardo nell’incontro con Schulz e i suoi vistosi sbadigli. Critica più oggettiva, gli si suggerisce di imparare dalla Merkel a mettere persone di peso negli incarichi che contano a Bruxelles. L’autore dell’articolo è un italiano, Jacopo Barigazzi, che sa bene quindi come i nostri politici, non solo Renzi, siano stati sempre manchevoli sotto questo profilo, riducendo così la nostra influenza nella struttura europea.
Politico consiglia anche di scegliere meglio le alleanze, non limitandosi a Paesi deboli come Grecia e Portogallo, ma non è certamente un caso che qui si evidenzi che le critiche all’Ue (e alla Germania) provenienti da Washington siano sulla stessa linea di quelle renziane. E’ probabile che la rivista riecheggi quella parte della politica Usa che vedrebbe bene un cambio di guida all’Ue e, infatti, sottolinea che per la prima volta la Cancelliera sembra essere in difficoltà, come lo sono i possibili sostituti, a partire dall’affaticato Hollande. Rajoy è penalizzato dai risultati delle recenti elezioni e Cameron è più facile pensi ad uscire che a guidare l’Ue, rimane quindi Renzi che, secondo Politico, ci ha fatto un pensierino.
Tuttavia, accanto alla debolezza dell’Italia per il suo grave indebitamento pubblico e per le pesanti sofferenze bancarie (e qui Renzi ha già reagito con le sue critiche alla Germania per le sue banche ancor più malmesse), si evidenzia un limite personale del nostro premier e cioè la sua insufficiente conoscenza delle lingue (la Merkel cerca di evitare di parlare in inglese, ma è fluente in russo, si precisa). L’ultimo consiglio è decisamente pesante: Renzi eviti di sembrare un clown con il suo inglese.
A dicembre, all’epoca degli attacchi di Renzi alla Germania, anche i media tedeschi avevano sottolineato, con una certa sorpresa, le sue esternazioni poco diplomatiche, definite anzi “furiose”, e le risposte fredde ma non preoccupate della Merkel. Molti fanno risalire gli attacchi di Renzi alla Germania e alla politica di austerità imposta all’Unione Europea al timore di un successo dei partiti euroscettici alle prossime elezioni. Il che è probabilmente vero, ma è anche da considerare la possibilità che Renzi stia cercando di tornare, nel suo modo gigionesco e approssimativo, alla storica politica internazionale dell’Italia, di Berlusconi ma anche dei governi della prima Repubblica, dettata dalla particolare posizione dell’Italia, punto di incrocio tra Nord e Sud, tra Oriente e Occidente. Europa sì, ma diversa da quell’Europa del Nord che la vorrebbe comandare snobbandola e alla quale molti degli ultimi governi si sono accodati; ponte verso l’altra sponda del Mediterraneo, ma rimanendo saldamente europea; alleata degli Stati Uniti, ma amica della Russia e dell’Oriente. Sufficientemente grande e forte da essere autonoma, ma sufficientemente piccola e debole per non incutere timore.
Una politica difficile da portare avanti, ma funzionale agli interessi non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa, una politica che richiede grandi statisti, che non avrebbero bisogno dei consigli di un Politico qualsiasi.