Per far rispettare l’embargo contro la Libia, fa sapere il ministro della Difesa Ignazio La Russa, sarà necessario coinvolgere navi italiane.
E’ stato deciso di adottare l’embargo contro Tripoli, Onu ed Europa sono intenzionate a farlo rispettare. Ma perché questo sia possibile e l’embargo sia fatto osservare, è probabile che sia richiesto l’utilizzo di navi italiane. «Per adesso sostanzialmente è un ordine – ha detto il ministro degli Esteri Ignazio La Russa ma non vi è alcuna struttura preposta a farlo rispettare coattivamente».
E ha aggiunto: «Se questo dovesse avvenire è chiaro che il braccio del Mediterraneo tra noi e la Libia diventa il punto principale e per farlo rispettare occorrono minimo 16 unità navali del tipo della San Giorgio». In particolare, i punti di riferimento obbligati diventerebbero la Sicilia e Malta. Ma in tal caso, ha spiegato La Russa, si dovrà coinvolgere una forza internazionale, non solo italiana. «Attualmente vi sono già alcune navi di altre nazioni. Credo che se ci fosse la volontà di far rispettare coattivamente l’embargo bisognerebbe che le navi, coordinate da un’unica struttura, fossero da 16 a 20».
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Intanto la Nato starebbe allestendo una missione aerea per armare i ribelli, mentre il premier britannico ha dato ordine al capo di Stato maggiore di studiare, con gli alleati, una no-fly zone. Gli Stati Uniti, infine, hanno annunciato il riposizionamento della propria marina e della flotta aerea, oltre all’invio nel Mediterraneo di duemila marines.
Il segretario di stato Hillary Clinton, tuttavia, ha negato che, al momento, nelle azioni contro la Libia saranno usate navi da guerra Usa.