Non si erano accorti del bambino che era nella macchina che stavano rubando. Certo, c’è da chiedersi perché diavolo un genitore, o tutti e due, lascino un bambino da solo in macchina, anche se per poco. Magari per fare una commissione. Purtroppo succedono anche le disgrazie come i bambini dimenticati in macchina per tutto il giorno mentre il genitore invece di accompagnarlo a scuola va al lavoro dimenticandosi di lui e lo ritrovano ormai morto. Ma questo è il prezzo che lo stress della società moderna ci impone, non sono disgrazie casuali.
Quello che invece è successo a Jackson nello stato del Mississippi è il frutto di un altro malessere della nostra società, la criminalità giovanile, giovanissimi cresciuti alla sbando con famiglie povere, separate, emarginate. Succede a Jackson nel Mississippi, dove tre minorenni di colore decidano di rubare una vettura vista nel parcheggio di un supermercato. Sono in macchina, uno di loro scende e ruba la vettura e se ne vanno. Ma con lui seduto dietro c’è un bambino di 6 anni. La madre esce dal negozio e non vedendo la macchina chiama la polizia. Cominciano le ricerche affannose fino a quando il mattino dopo un passante nota l’auto abbandonata sul ciglio della strada. Dentro il corpo del bambino morto, ucciso con un colpo di pistola alla testa, probabilmente perché il ladro aveva paura di essere riconosciuto se lo avesse lasciato andare. Non gli è servito a niente perché i tre ladri e assassini sono stati scoperti comunque, tre adolescenti: Dwan Wakefield, D’Allen Washington e Byron Mc Bride. Tutti e tre sono in carcere d è stata loro negata la possibilità di uscire su cauzione. Rischiano la pena di morte.