Da quando sono in corso le proteste in Tunisia e in Egitto, sulla rete internet è apparso un messaggio del gruppo vietnamita 8406 (il nome è riferito alla data di nascita di questo gruppo: 8 aprile 2006) che invita il popolo vietnamita ad imitare le iniziative del Nord Africa e del Medio Oriente, per chiedere la concessione dei diritti democratici in Vietnam.
Il 21 febbraio, il dottor Nguyen Dan Que, uno dei leader dissidenti del Vietnam del sud, ha lanciato da Saigon, un “appello al popolo a scendere in piazza per salvare il Paese “.
Un sito online vietnamita, ha rilanciato questo appello con la firma “gruppo di giovani in patria e all’estero”, invitando tutti gli abitanti a radunarsi ogni domenica nella piazza di una grande città come Hanoi, Saigon, Hue, Da Nang, Hai Phong, Nha Trang.
Non è noto l’esito di questo appello, ma il governo sta cercando di soffocare sul nascere una possibile rivoluzione. In particolare, il giornale della polizia “Cong An Nhan Dan” ha comunicato che il 23 febbraio si è svolta un’esercitazione nella provincia di Binh Thuan (centro nord del Vietnam) contro manifestazioni che “disturbano l’ordine pubblico e la sicurezza del governo” e manifestanti, definiti “soggetti estremisti”
Nei giorni seguenti, la rete vietnamita ha diffuso la notizia della morte dell’ ingegnere Pham Thanh Son, che si è dato fuoco a Da Nang (centro nord del paese) davanti alla sede provinciale del Comitato del popolo per protestare contro il fatto che il governo non l’aveva risarcito per l’esproprio dei suoi terreni.
La stampa ufficiale ha attribuito la morte dell’ingegnere ad un incidente, ovvero all’esplosione del carburante del serbatoio del suo motociclo.
Sempre nei giorni scorsi, alcuni blogger, che hanno espresso opinioni indipendenti, ed attivisti democratici sono stati convocati in polizia per interrogatori, le loro case sono state perquisite ed i loro computer sequestrati.
Fonte: Datviet.com