Floyd Mayweather oggetto di un attentato ad Atlanta nella notte tra domenica e lunedì. Sembra assurdo ma è tutto vero: il pugile americano è scampato ad un agguato insieme alla sua scorta mentre stava rincasando in hotel dopo aver fatto le ore piccole in un club della città. Ma partiamo dall’inizio e dunque dalla serata trascorsa da Mayweather in un night molto affollato di Atlanta che nei giorni scorsi aveva ampiamente pubblicizzato la presenza nel locale di Mayweather. Una notte in pieno stile Mayweather, come possono dimostrare alcuni video di quella serata che già circolano in rete, con il pugile immortalato mentre balla e si gode la musica e altri clienti intorno a lui lanciano in aria delle banconote. Il copione va avanti identico fino a circa le 3 di notte, quando Mayweather ne ha abbastanza e ordina il rientro all’hotel Intercontinental, nella zona di Buckhead, quartiere di lusso della città. La scorta del pugile è composta da 3 blindati: parliamo di uno degli sportivi più ricchi del pianeta. Dopo pochi minuti va in scena l’attentato.
LA GUARDIA DEL CORPO FERITA
Tutto avviene in una manciata di secondi, ma la polizia che sta indagando sull’attentato a Floyd Mayweather è convinta che tutto in realtà sia stato ampiamente premeditato. Fatto sta che i tre blindati che compongono la scorta del puglie americano, quando sono da poco passate le 3 di notte, vengono affiancati da un suv di colore bianco. Ed è da questo convoglio che viene esploso un colpo d’arma da fuoco che ferisce alla gamba uno storico componente della scorta di Mayweather. Si tratta di Gregory LaRosa, una guardia del corpo che ormai da diversi anni si occupa del servizio di sicurezza del pugile e che si trovava all’interno del primo blindato. Subito i convogli si danno alla fuga nel tentativo di sfuggire all’attentato. Così come il suv bianco fa perdere le sue tracce. Mayweather non ha ancora commentato l’accaduto, mentre Gregory è stato dimesso la notte stessa dall’ospedale. Qualcuno pensa che sia stato sparato un solo colpo in segno d’avvertimento. Ma tant’è, poteva finire in tragedia…