Dopo 27 anni di carriera stellare, Samuele Papi ha deciso di dare addio al mondo del volley giocato: saluta la pallavolo dopo una nuova stagione stellare con Piacenza, presa a poche settimane dal suo 44^ compleanno. Con lui ha salutato anche i campi da gioco anche il compagno di squadra Hristo Zlatanov, altro gigante della disciplina: a loro il pubblico biancorosso ha rivolto tutto il proprio affetto con festeggiamenti e celebrazioni in questo finale di stagione. Il palmares di Samuele Papi è senza dubbio impressionante: due argenti e due bronzi con la nazionale italiana alle Olimpiadi, oltre a 6 scudetti, 6 Coppe Italia, 8 Supercoppe, 3 Champions League e 2 Coppe delle Coppe, ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Papi ha sicuramente lasciato un segno nella storia di questo sport, un campione che difficilmente potremo dimenticare. Aspettiamo il suo erede, uno che sia in grado di ripercorrere le sue imprese. Abbiamo sentito voluto sentire proprio Samuele Papi per chiedergli di questo momento cruciale della sua carriera e vita da sportivo: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Era venuto il momento di lasciare la pallavolo? Diciamo che da una parte l’età, dall’altra alcuni problemi fisici mi hanno portato a questa decisione.
Con lei ha lasciato anche Zlatanov, suo compagno di squadra: cosa ne pensa del suo addio al volley giocato? In questo caso la sua decisione è stata sorprendente, non me l’aspettavo. Zlatanov è stato un grande giocatore della pallavolo mondiale.
Siete stati celebrati in un modo fantastico, una festa incredibile da parte dei tifosi biancorossi. Hanno fatto tutto di sorpresa prima della partita con Latina, una cosa bellissima, veramente fantastica. Ci hanno mandato anche dei video, straordinario…
Cosa lasciate a Piacenza, come giudica questa stagione, quale sarà il futuro di questo club? Certamente questa stagione è stata molto positiva, abbiamo fatto bene. Siamo arrivati sesti nella Regular Season, abbiamo eliminato Perugia in Coppa Italia. Per quanto riguarda il futuro di questo club non lo so, non posso dire niente.
Quali sono stati i momenti più belli della sua carriera, un aneddoto che ricorda? Le medaglie olimpiche, i Mondiali., soprattutto l’aneddoto che ricordo fu proprio il Mondiale del 1998 quando feci l’ultimo punto quello della vittoria dell’Italia.
Un rimpianto, magari l’oro olimpico sfuggito? Purtroppo è così, l’Italia non riesce a vincerlo, anche stavolta a Rio siamo andati vicino ma ci è sfuggito ancora una volta…
Com’è cambiata la pallavolo in questi anni? E’ cambiato tanto ci sono giocatori più alti, più potenti. La differenza a livello tecnico è ridotta col cambio palla, ha permesso a molte squadre meno forti di confrontarsi e avere ragione di altre più forti.
Chi è stato l’allenatore decisivo nella sua carriera? All’inizio Paolini, è stato importante anche Velasco naturalmente, Bagnoli nel mio periodo a Treviso.
Come vede i giovani dell’Italvolley? Chi potrebbe essere il suo erede? Vorrei soltanto che fosse data la possibilità ai giocatori giovani italiani di giocare di più. Si scelgono giocatori stranieri al posto di quelli italiani per spendere di meno. Difficile trovare un giocatore poi come me sono più alti. Uno che mi assomiglia è Filippo Lanza.
Potremo costruire una nuova Generazione dei fenomeni? Non mi sembra facile, ormai la pallavolo è cambiata ci sono più squadre forti a livello mondiale, almeno sette o otto veramente competitive.
Giannelli il nuovo fuoriclasse del nostro volley? Direi proprio di sì, nonostante la sua età così giovane gioca con una tranquillità incredibile. E’ un esempio anche fuori dal campo.
Cosa farà adesso? Non lo so vedrò, non ho ancora deciso, non ho ancora pensato il mio futuro fuori dai campi di gioco. Non ci sarà in ogni caso un ripensamento, non tornerò a giocare.
(Franco Vittadini)