Vedere Raul Gonzalez Blanco al Barcellona farebbe sicuramente scalpore. Le recenti dichiarazioni dellex attaccante hanno fatto breccia tra le notizie sportive: in fondo allintervista con il sito spagnolo sport.es, Raul non ha escluso un suo futuro impiego nellorganigramma del Barcellona, celando le proprie intenzioni dietro il classico mai dire mai. Dopo aver ricordato che i 17 anni trascorsi con le Merengues, conditi peraltro da 323 gol, non possono mettere in dubbio il suo madridismo. Oggi Raul lavora per i New York Cosmos, la squadra in cui ha terminato la carriera da giocatore: nellintervista di cui sopra ha spiegato di essere ancora indeciso, sullintraprendere un percorso da allenatore oppure da dirigente.
Lidea rimane comunque quella di tornare alla casa madre: Mi piace fare le cose passo per passo. Il mio primo pensiero è tornare a casa mia, al Real Madrid, quando sarà opportuno. Però questo è calcio e non si può dire che non farei mai questa cosa o quell’altra. Questa risposta fa riferimento anche al Barcellona, cui in carriera Raul ha segnato 15 gol: solo Alfredo Di Stefano e Cristiano Ronaldo hanno fatto di più, con 16 reti a testa. Tra il 1994 e il 2010, Raul Gonzalez Blanco è stato il simbolo del Real Madrid e quindi uno degli antagonisti principali del Barcellona. Nel 2015 fece notizia il caso riportato da As secondo cui, durante una tournée giovanile disputata a Miami, i dirigenti catalani proibirono ai bambini della Masia di fotografarsi con Raul. Questo per far capire quanto siano distanti le icone dellex numero 7 blanco e dei Culè blaugrana.
Nellintervista con Sport, Raul ha elogiato il lavoro svolto del Barcellona negli ultimi anni: come dargli torto? Daltra parte il tifoso medio delle Merengues potrebbe aver preso male il mai dire mai riferito ad un possibile impiego nel Barça. Un po come se Totti non escludesse di poter diventare osservatore o dirigente della Lazio. Sia chiaro: per il suo futuro professionale, Raul potrà decidere ciò che vorrà senza aspettare il permesso di nessuno. Negli sport di squadra però rimangono dei confini che la passione, quella non violenta, chiede di non superare. Uno di questi separa Real Madrid e Barcellona. Un altro, per stare ai giorni nostri, ha impedito la fusione tra le due squadre di Rugby di Parigi, il Racing 92 e lo Stade Francais: altro contesto, stessa idea di fondo.
La rivalità è parte integrante del calcio, perché una squadra può misurarsi e quindi affermarsi solo in presenza di un avversario; Real Madrid e Barcellona rappresentano una delle opposizioni più marcate e quindi saporite dellinterno panorama sportivo, non solo pallonaro: il passaggio di Raul da una parte allaltra della barricata, se pur non nelle vesti di calciatore, risulterebbe innaturale o quantomeno stonata. Inutile però divagare troppo a lungo sulle ipotesi, senza fatti compiuti a supporto: il diretto interessato non ha proclamato alcuna volontà specifica, ed anzi chissà che le sue parole non siano in realtà rivolte proprio allamato Real, a mo di provocazione.
Come dire: ragazzi, se non mi rivolete in famiglia potrei anche aiutare il nemico Senza dimenticare che una carriera interamente spesa per un club non garantisce un futuro con gli stessi colori professionali: Beppe Bergomi e Paolo Maldini sono lì a testimoniarlo. Inoltre, siamo certi che il cuore di Raul Gonzalez Blanco (ce lha anche nel nome!) è interamente verniciato di bianco, come quello di tutti i tifosi che con lui e per lui hanno gioito e sofferto. E questo niente potrà cambiarlo. (Carlo Necchi)