La Maratona di Boston 2018 ha regalato grandi emozioni, come è normale che sia per la corsa giunta all’edizione numero 122. La fitta pioggia e temperature attorno ai 7 C hanno complicato la vita dei maratoneti, tanto che non sono mancati i colpi di scena. Tra gli uomini ha vinto a sorpresa il giapponese Yuki Kawauchi, con il tempo di 2h15’54”. Lasiatico guidava già il gruppo di testa insieme alletiope Lemi Berhanu e al keniano Geoffrey Kirui alla mezza maratona, superata dai migliori in 1h05’59”. In seguito Kirui ha cercato lallungo verso la sua seconda vittoria consecutiva a Boston, vittoria che sembrava già in tasca al 35 chilometro, quando il keniano aveva addirittura un minuto e mezzo di vantaggio sugli inseguitori. Poi però ecco la crisi di Kirui, Kawauchi ricuce un distacco enorme, opera il sorpasso e vince nellincredulità generale. A Geoffrey Kirui resta il secondo posto in 2h18’21”, terzo Shadrack Biwott (2h18’32”). Tra le donne ha invece vinto Desiree Linden, la prima americana capace di vincere a Boston dopo 33 anni di digiuno. Inizio abbastanza lento, la Linden aumenta il ritmo al trentacinquesimo chilometro e trionfa in 2h39’54” davanti alla connazionale Sarah Sellers (2h44’04”), terza la canadese Krista Duchene in 2h44’20”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
SI PARTE
Sta finalmente per accendersi la 122 edizione della Maratona di Boston: tutto è pronto al via della prima wave e sono chiaramente innumerevoli i protagonisti pronti a disputare una delle maratone più importanti dellera moderna. Tra questi dobbiamo senza dubbio dare spazio a Tim Don, triatleta britannico con alle spalle parecchie medaglie (mondiali di categoria e di duathlon) e attualmente detentore del record nella categoria Ironman, che davvero non ci si aspettava potesse presentarsi oggi. Proprio sei mesi fa, a pochi giorni prima dei campionati mondiali Ironman di Kona Tim Don è stato centrato da un camion durante un allenamento: per lui la frattura della seconda vertebra cervicale e una carriera che poteva finire da lì a poco. Eppure dopo un relativamente breve ma immensamente doloroso percorso di riabilitazione il britannico oggi si presenterà al via della Maratona di Boston 2018. Alla vigilia lo stesso Tim Don ha dichiarato: Non ho idea se andrà bene. So solo che ho bisogno di provarci, perché mentre io sono qui gli altri stanno cercando di essere più veloci, di battere il mio record mondiale. Non voglio essere il secondo al mondo. Voglio essere il migliore, e farò tutto il necessario. (agg Michela Colombo)
IL RICORDO DELLA TRAGEDIA
Il giorno della più antica maratona del mondo è arrivato: oggi si apre la 122esima edizione della Boston Marathon. La prima delle quattro wave, le cosiddette ondate di partenza, prenderà il via quando in Italia saranno le 16 di pomeriggio. Qui la maratona è una religione, ma quello che è considerato un giorno di festa si è trasformato in una tragedia nel 2013, con le due bombe scoppiate sul traguardo. Le vittime furono tre, ma oltre ai tre morti ci furono 264 feriti, e diversi di loro subirono amputazioni. I responsabili furono identificati in Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, due fratelli di origine cecena. Il primo fu ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia, l’altro arrestato e condannato a morte, ma per il processo di appello potrebbero volerci anni. Il movente della strage è stato ricondotto alla radicalizzazione di matrice islamica dei due fratelli. Da allora la capitale del Massachusetts ogni 15 aprile celebra One Boston Day, il giorno in cui si ricordano i morti e i feriti dell’attentato. La maratona di oggi acquisisce dunque ulteriore significato.
MARATONA DI BOSTON: ARRIVANO I “BIG”
La stessa storia della Maratona di Boston ha un significato importante, al punto tale che la parola stessa, maratona, ha assunto il senso che le attribuiamo oggi. Qui cominciarono le prime clandestine partecipazioni femminili, qui si è registrata la prima presenza di un atleta paralimpico. Quest’anno rivedremo diversi pezzi da novanta, anche se alcuni hanno scelto Londra come teatro per sfidarsi. Il parterre di atleti dunque sarà comunque ricco: ci sarà ad esempio Lelisa Desisa, campione nel 2013 e nel 2015, che dopo l’attentato di Boylston Street decise di donare la propria medaglia agli abitanti della città di Boston. Rivedremo anche l’etiope Lemi Berhanu Hayle ed il campione uscente Geoffrey Kirui dal Kenya. Ma alla Maratona di Boston 2018 ci sarà spazio anche per Galen Rupp, reduce dalla vittoria della mezza maratona di Roma Ostia con record personale abbattuto di oltre un minuto e mezzo: l’obiettivo è iportare a casa il titolo dal continente africano.
IL PERCORSO E I RECORD ITALIANI
Il percorso della Maratona di Boston 2018 è caratterizzato da continui saliscendi, dalla partenza nel sobborgo di Hopkinton fino alla famosa Heartbrake Hill (32,5 km di gara, circa). Il saliscendi sarà evidente dal sedicesimo chilometro fino al Kennedy college da cui la tradizione vuole che le ragazze debbano baciare i concorrenti. La seconda parte del percorso conduce verso il centro della città, fino al traguardo in Boylston street, davanti alla biblioteca nazionale. L’altimetria è particolarmente impegnativa dal punto di vista muscolare, ma non impedisce di realizzare i tempi eccellenti. Spicca ad esempio l 2:0302 siglato dal keniano Geoffrey Mutai nel 2011, che però ebbe il vento a favore per tutta la gara. Non sono mancati i record italiani ottenuti da Gianni Poli nel 1988 (2:0933) e da Gelindo Bordin (2:0819) nel 1990.