Andiamo a leggere le statistiche della partita amichevole disputata al Meazza tra Italia e Germania. Una partita in cui le occasioni da gol non sono mancate (25 in totale), ma le reti sono rimaste inviolate. Poche le conclusioni nello specchio della porta, 2 per gli azzurri e 3 per i tedeschi. Per quanto riguarda il possesso palla hanno prevalso gli uomini allenati da Low col 55%. Tanti i passaggi effettuati da entrambe le squadre: 420 il dato raccolto dall’Italia, 538 per la Germania. Ammontano a 5 i calci d’angolo totali, di cui 3 assegnati all’Italia e 2 agli avversari. Dal punto di vista fisico è stata una partita abbastanza corretta, con 30 falli fischiati dall’arbitro che ha estratto 1 solo cartellino giallo a Tah nel finale. Buono l’afflusso di pubblico allo stadio, dove – per assistere alla sfida amichevole tra Italia e Germania – erano presenti quasi 50mila spettatori. Incasso totale di circa 685 mila euro.
Spazio ora ai commenti rilasciati nel post gara, con le parole a caldo di mister Giampiero Ventura ai microfoni Rai: “Il risultato è questo e va accettato. Abbiamo fatto una buona partita e abbiamo concesso poco. Stiamo parlando della squadra campione del mondo e non abbiamo concesso nulla. Al di là del palo – ha proseguito il commissario tecnico degli azzurri – abbiamo avuto quattro, cinque situazioni in superiorità numerica che potevamo sfruttare meglio. E’ stato positivo l’approccio, abbiamo giocato in Israele col 3-5-2, in Liechtenstein col 4-2-4 e ora col 3-4-3 facendo allenamenti di due giorni. Complimenti ai ragazzi”.
Nella gara amichevole contro la Germania c’è stato spazio anche per Gianluigi Donnarumma nel secondo tempo. Il portiere del Milan ha così commentato la sua serata: “E’ sempre un’emozione indossare questa maglia. Ringrazio mister Ventura per l’opportunità e sono orgoglioso di vestire questa maglia”. Sul rapporto con Buffon spiega: “Abbiamo un buon feeling. Mi dà molti consigli e mi tratta come suo fratello. Lo ringrazio molto e cerco di prendere da lui in allenamento ogni singolo gesto”. (Jacopo D’Antuono)