Il Bari è fallito, e la voce dei tifosi si è già fatta sentire: come riporta Bari Today, i sostenitori più caldi della squadra pugliese preferiscono finire in Serie D piuttosto che acquistare il titolo sportivo del Bisceglie, cosa che permetterebbe al club di ripartire se non altro dalla C “perdendo” solo una categoria. Nelle ultime ore si è parlato di questa ipotesi: il patron Nicola Canonico starebbe esplorando questa via, senz’altro percorribile, ma una nota della Bulldog Bari 1991 si è opposto. “Si ricominci dalla Serie D, ma con dignità e serietà”: queste le parole della curva, che si è anche schierata contro il ruolo di Canonico in società. Una presa di posizione che di fatto è convidisa anche dal sindaco di Bisceglie: Angelantonio Angarano, intervistato da Antenna Sud, ha espresso “disappunto” per la vicenda e difeso il titolo sportivo conquistato sul campo dal Bisceglie. “Trasferire titolo e giocatori a Bari non rientra nelle regole e nella correttezza dello sport”. (agg. di Claudio Franceschini)
UFFICIALE IL FALLIMENTO DEL BARI
Dopo l’ufficialità relativa al Cesena, ecco quella per il Bari: lo storico club pugliese è fallito, il Consiglio di Amministrazione convocato ha stabilito la messa in liquidazione. Libri intribunale per Giancaspro, con i Galletti che dovranno ripartire dalla Serie D. L’imprenditore Andrea Radrizzani, presidente di Aser Group, ha provato a salvare il club dal fallimento e ha evidenziato in una nota ufficiale: “Negli ultimi giorni abbiamo valutato attentamente la possibilità di investire nel AS Bari insieme ad altri partners e investitori locali. Purtroppo il poco tempo disponibile per eseguire una due diligence dettagliata e approfondita consona ad una operazione con un alto profilo di rischio ci costringono a malincuore ad abbandonare questa idea e sfida. Auguriamo che la società possa essere salvata e restiamo disponibili a valutare future collaborazioni e investimenti”. Niente da fare per i Galletti, dopo 110 anni di storia i biancorossi ripartiranno dalla quarta serie… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PARLA IL DS SOGLIANO
Per il clamoroso fallimento del Bari, arrivano ulteriori conferme anche da parte del direttore sportivo della società pugliese, Sean Sogliano. Che ai microfoni di tuttobari.com ha sottolineato come questa sia probabilmente la pagina più nera della lunga storia del Bari: “Sto raggiungendo la squadra in ritiro per comunicare la brutta notizia e salutare squadra e staff tecnico. Domani lasceranno il Trentino. La mancata ricapitalizzazione rappresenta una vergogna. Per la situazione economica del Bari, è assurdo che non ci sia stata l’iscrizione al prossimo campionato. Come sempre si è arrivati all’ultimo minuto per fare tutto”. Parole che confermano dunque come nel migliore dei casi i Galletti ripartiranno dalla Serie C, se si riuscirà a rilevare il titolo sportivo del Bisceglie, altrimenti il Sindaco De Caro dovrà lavorare per allestire una società in Serie C. Con 30 campionato di Serie A alle spalle, il Bari è la terza società più blasonata del Sud Italia dopo Napoli e Cagliari. L’ultima partecipazione a un campionato di Serie C risale al 1984 e addirittura al 1954 l’ultimo passaggio in Serie D, quando si chiamava ancora IV Serie. (agg. di Fabio Belli)
IL RAMMARICO DEL SINDACO DI BARI
Bari e Cesena sono fallite, una situazione davvero molto dolora per il calcio italiano che perdere, momentaneamente, due storiche protagoniste. Il Sindaco di Bari ha parlato come riportato da TuttoBari, sottolineando: “Questo è davvero un brutto giorno e non solo per il calcio barese ma per tutta la città. E’ il giorno di una sconfitta che brucia mille volte più di tutte le sconfitte sul campo. Ci abbiamo provati tutti a fare quello che era possibile. Ho provato anche io, forse andando anche oltre quelle che sono le competenze di un sindaco. L’ho fatto da responsabile di una grande comunità, l’ho fatto da cittadini e davvero anche da tifoso. Ora però non bisogna mollare. Dobbiamo continuare con tute le forse e lavorare perché a Bari il calcio non finisca oggi, in un pomeriggio di luglio. Non lo merita la città e non lo meritano i suoi tifosi“. Sarà importante vedere quello che accadrà nelle prossime settimane quando si avranno notizie sul futuro del club galletto. (agg. di Matteo Fantozzi)
GALLETTI IN AGONIA, PER I ROMAGNOLI È UFFICIALE
Bari, Cesena e Avellino hanno tempo fino alle 19 per regolarizzare l’iscrizione al campionato di Serie B dopo la momentanea esclusione della Covisoc. Il club campano l’ha spuntata dopo aver depositato la fideiussione bancaria, mentre Bari e Cesena possono dire ufficialmente addio al campionato cadetto. I sogni dei tifosi baresi sono svaniti nel pomeriggio, quando si è arenata la trattativa che doveva portare alla cessione del club per la ricapitalizzazione: gli imprenditori Napoli e Radrizzani non sono riusciti a compiere l’impresa. Nuovo fallimento, dunque, per il Bari a quattro anni dall’auto fallimento dichiarato durante la stagione sportiva per salvare così la categoria. Questa volta per il Bari non c’è nulla da fare: potrebbero ripartire dalla Serie D o dalla C, visto che si è aperta una pista che porterebbe ad una ipotetica fusione del titolo con il Bisceglie. Se la trattativa in Puglia è saltata in extremis, a Cesena è invece da giorni ormai chiara l’impossibilità di regolarizzare l’iscrizione alla B. La serie cadetta perde due squadre, mentre l’assemblea di Lega dovrà decidere se procedere per i due ripescaggi o valutare la riduzione del format della Serie B a 20 squadre.
BARI E CESENA: ADDIO ALLA SERIE B
Per il Cesena il fallimento è già ufficiale: l’annuncio in poche righe di comunicato. La società ha annunciato che non presenterà ricorso per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie B. «L’A.C. Cesena comunica che il Consiglio di Amministrazione riunitosi in data odierna ha deliberato di aderire all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì». La Serie B cambia faccia per i problemi societari di molti club. Nella giornata odierna il Bari avrebbe dovuto trovare il denaro necessario per l’iscrizione e per presentare ricorso contro la non ammissione al prossimo campionato da parte della Covisoc. La realtà però è diversa: Radrizzani, proprietario del Leeds, si è tirato indietro. «Purtroppo il poco tempo disponibile per eseguire una due diligence dettagliata e approfondita consona ad una operazione con un alto profilo di rischio ci costringono a malincuore ad abbandonare questa idea e sfida». Oggi il presidente Giancaspro si è dimesso, quindi se non potrà procedere alla ricapitalizzazione entro le 19 non si andrà solo verso la mancata iscrizione al campionato cadetto ma anche verso il fallimento.