E’ la giocatrice simbolo della pallavolo italiana, probabilmente la più forte di tutti i tempi. Una che ha fatto la storia di questo sport, con tanti successi, tante vittorie, con una grinta che l’ha portata a livelli altissimi di gioco. Una tra le migliori interpreti della storia della pallavolo mondiale. Francesca Piccinini non ha bisogno di particolari presentazioni. Un personaggio famoso, conosciuto da tutti anche a chi non esperto di volley. Ora a 37 anni vuole ancora rincorrere altri traguardi. Gioca per l’Agil Novara, una squadra che non ha mai vinto lo scudetto, spesso ci è andata vicina. Francesca vuole realizzare questo sogno per la squadra piemontese, dare il suo contributo importante. Per una carriera che in ogni caso resterà indimenticabile. Ne abbiamo parlato proprio con lei, nell’intervista che Francesca Piccinini ha rilasciato in esclusiva per ilsussidiario.net.
Francesca Piccinini, 37 anni e ancora sugli scudi per una carriera infinita. Quest’anno all’Agil Novara: come mai questa scelta? Ho giocato tante volte e per tanti anni contro Novara, essere parte di questa squadra e di questo progetto era per me una sfida importante e perciò ho compiuto questa scelta. Certo è stato importante anche il fatto che conoscessi già il tecnico, Marco Fenoglio, per la mia decisione.
Come ti stai trovando a Novara? Mi trovo davvero bene, siamo un ottimo gruppo che in gran parte è nuovo e per questo credo sia del tutto normale che ci siano stati, in termini di prestazioni e risultati, alcuni problemi di percorso. Tutto nella norma, ora stiamo costruendo… il momento per vincere verrà più avanti nella stagione.
Quali sono le tue ambizioni, quelle del club? Vogliamo fare un buon campionato, raggiungere le Final 4 di Coppa Italia e poi provare a raggiungere, insieme, quel primo scudetto che Novara ha sfiorato più volte senza però riuscire a vincerlo. Vorrei tanto farcela, mi piacerebbe dare a società, tifosi e città questa gioia.
Il pubblico, la città come risponde, Francesca Piccinini la giocatrice simbolo? Mi fa piacere avere questo tipo di considerazione e riconoscimento, credo sia il risultato di quello che ho fatto e costruito nel corso della mia carriera ed è una cosa che non mi pesa. Mantengo la mia umiltà e cerco di fare quel che posso, dentro e fuori dal campo, per la causa.
Fino a quando pensi di andare avanti? Non mi pongo un orizzonte temporale, ho intenzione di giocare fino a quando mi divertirò a farlo. Ora penso a far bene questa stagione, poi mi concentrerò sul futuro e farò delle valutazioni: ragiono una stagione alla volta, credo sia la cosa migliore.
Una carriera incredibile la tua, qual è stato il successo più bello? I successi sono tutti belli, perché sono stati tutti sudati e ricordo ogni singolo trofeo vinto con grandissimo orgoglio. Un pizzico di soddisfazione in più me lo hanno dato quelli vinti contro pronostico, li ritengo speciali.
I Mondiali nel 2002 un trionfo che non si può dimenticare? Un momento indimenticabile, come tutti gli altri che ho vissuto nel corso della mia carriera. E’ stato un momento significativo per il movimento del volley, un po’ come le vittorie degli Europei o, a livello personale, come gli Scudetti e le Champions League.
Gli anni di Bergamo, tante vittorie, ce ne puoi parlare? Con Bergamo c’è un legame speciale, ci sono stata dal 1999 al 2012, abbiamo vinto tanto insieme e insieme siamo anche cresciuti. A Bergamo ho condiviso la mia avventura con tante campionesse che hanno contribuito alla mia crescita. La Foppa mi ha dato tanto e conto di aver dato tanto, a mia volta, al club.
E anche la Champions dell’anno scorso con Casalmaggiore: un altro successo quasi imprevisto, sei stata anche nominata miglior giocatrice del torneo. Abbiamo vinto contro ogni pronostico e per me è stato speciale anche perché erano sei anni che, per scelta, non diputavo la competizione europea. Volevo vincere, ci credevo e ci sono riuscita: ne sono davvero molto orgogliosa.
Qualche rimpianto? Nessuna vittoria all ‘Olimpiade ad esempio. Qualche rammarico è giusto che ci sia, ci abbiamo sempre creduto e invece non siamo mai riuscite ad arrivare a lottare per quel traguardo. C’è delusione, certo, ma evidentemente non ce lo siamo meritati.
Hai veramente chiuso con la Nazionale, non potresti ripensarci in futuro? In questo momento credo di sì, largo ai giovani ed è anche giusto così. Poi nello sport non si può mai dire, vedremo: se ci saranno condizioni e necessità, lo valuterò.
Come giudichi il momento della pallavolo italiana? Il campionato è il più forte degli ultimi anni e anche la visibilità dello sport e del movimento è decisamente cresciuta.
Chi è l’erede di Francesca Piccinini?
Credo possa esserlo, sia come atleta che come simbolo, Cristina Chirichella.
Come vedi Paola Egonu? Quest’anno ha realizzato il record di punti nella singola partita, arrivando a quota 46 nel match del Club Italia contro Firenze. Parliamo di una ragazza di grandissime prospettive e con mezzi sicuramente eccezionali. E’ giovanissima e, come giusto che sia, è ancora grezza ma credo abbia tutti i margini per migliorare e crescere e sono convinta che lo farà.
Come ti vedi dopo la carriera, rimarrai in questo mondo? A essere sincera non ci ho mai pensato. Credo di no, ma come ho già detto non si può mai dire. Quando sarà il momento lo valuterò e deciderò di conseguenza.
Francesca Piccinini icona anche delle donne italiane, ti piace questa cosa? Cosa bisognerebbe fare per migliorare la situazione delle donne italiane, magari anche nel mondo? Mi sento un simbolo non solo sportivo e questo mi fa piacere. Credo che noi donne dello sport abbiamo la possibilità di trasmettere valori positivi ai giovani d’oggi. I nostri messaggi sono puliti e per questo possono avere maggiore impatto. La condizione delle donne è già migliorata nel tempo, credo che attualmente la parità dei diritti sia realtà e non solo un progetto.
Quali sono i tuoi hobbies fuori da questo mondo? Mi piace leggere, ascoltare musica e stare con gli amici ma anche fare shopping e prendermi cura di me. Anche la pittura è una mia passione, che però negli ultimi tempi ho un po’ tralasciato.
Hai dei sogni che vorresti realizzare? Il primo è fare bene quest’anno e portare qualche trofeo a Novara. Nella vita, come credo sia per ogni donna, sogno di metter su famiglia, un giorno, quando ci saranno le condizioni.
(Franco Vittadini–Michela Colombo)