Clamoroso Francesco Totti: il capitano della Roma avrebbe aperto a un proseguimento della carriera da calciatore dopo aver dato l’addio ai colori giallorossi. Già l’annuncio su Facebook aveva aperto a questa possibilità; ieri sera poi, durante la festa con amici e parenti qualche ora dopo il saluto commosso allo stadio Olimpico che lo inneggiava e piangeva con lui, Totti ha voluto prendere la parola appena prima del taglio della torta: le parole ci sono e il numero 10 ha detto che “la lettera non era finita, ne mancava un pezzo”. E poi: “L’anno prossimo continuo, davvero”. Dove, non lo ha detto; anzi, ha rivelato di non saperlo prima di essere nuovamente sommerso dagli applausi dei presenti. Resta da capire se questa sia una battuta, tirata fuori in un momento toccante ma comunque di festa e celebrazione, oppure se il desiderio di continuare a giocare sia talmente forte da far pensare Totti di avere ancora qualcosa da dare. In certi posti ce l’avrebbe eccome: per esempio nel Miami Fc allenato da Alessandro Nesta – al quale l’ex capitano della Roma è stato accostato nei giorni scorsi – ma anche alcune squadre del Qatar che sembra possano fare follie per lui. Difficile che sia in Italia: a prescindere dalla categoria, Totti non potrebbe giocare in altra squadra che non sia la Roma. (agg. di Claudio Franceschini)
Nel giorno dell’addio alla Roma da parte di Francesco Totti, e del grandissimo saluto che tutto lo stadio Olimpico ha tributato al suo capitano, non poteva mancare la dedica speciale di Ilary Blasi: la moglie di Totti è stata al suo fianco per il lungo giro d’onore che Totti ha effettuato in quello che è stato il suo stadio per quasi 30 anni, e per l’occasione ha indossato una maglietta speciale. “6 unico” la scritta che Ilary ha voluto campeggiasse sulla t-shirt, indossata non solo da lei ma anche dai parenti (in particolare da Melory, la cognata di Totti). Effettivamente Totti è stato unico: per lui parlano le cifre. Con 786 partite e 307 gol è diventato il giocatore ad aver indossato più volte la maglia della Roma e quello con più gol con questi colori, ovviamente è recordman anche in Serie A dove ha segnato 250 volte, secondo di tutti i tempi alle spalle dell’inarrivabile Silvio Piola. Bell’omaggio dunque da parte di Ilary: la coppia è sposata da quasi 12 anni e si è sempre distinta per la sobrietà con la quale ha affrontato la relazione, riuscendo sempre – nonostante l’enorme popolarità di entrambi – a separare la vita privata dai rispettivi impegni pubblici. A volte i due si sono “incrociati”: l’ultima volta è coincisa con una comparsata che Totti aveva fatto all’interno della casa del Grande Fratello, popolare reality show condotto dalla moglie. (agg. di Claudio Franceschini)
Per l’omaggio a Francesco Totti, a poche ore dall’addio alla Roma, non poteva mancare chi prima di lui è stato, da romano e romanista, il capitano dei giallorossi: Giuseppe Giannini. Ha detto Totti: “nascere romano e romanista è un onore”. Il Principe è il giocatore dal quale Totti, sia pure con un breve interregno, ha raccolto la fascia di capitano della Roma: giallorosso tra il 1980 e il 1996, Giannini ha giocato 437 con la maglia della Lupa. Ha poi scelto una strada diversa, anche a causa di un rapporto con la società che si fece difficile: un anno in Austria, allo Sturm Graz, prima di tornare in Italia e chiudere con Napoli e Lecce. Al netto di queste parentesi, Giannini è stato per la Roma il grande numero 10 prima di Totti (e dopo Agostino Di Bartolomei); per questo ha potuto dire, ai microfoni di Sky Sport, che “ho pianto anch’io vedendolo camminare con la famiglia mentre salutava i tifosi”. Il Principe sa cosa significa dare l’addio all’Olimpico e alla Roma; bella la metafora utilizzata dall’ex numero 10 quando ha affermato che “Totti mi ha ricordato il gladiatore del film, nella scena in cui cammina nel campo di grano prima di morire”. Bello ed emozionante, questi gli aggettivi usati da Giannini per descrivere il momento, con una menzione anche per Ilary Blasi e la famiglia che “ho apprezzato per la loro semplicità”. (agg. di Claudio Franceschini)
Anche i politici stranieri sfilano con la maglia di Francesco Totti. L’addio alla Roma del capitano ha stupito e commosso tutti: non solo quelli che erano presenti allo stadio Olimpico e non solo gli “addetti ai lavori”, ma anche persone apparentemente lontane dal mondo giallorosso. Uno di questi è Justin Trudeau: il premier del Canada ha sfilato oggi con la maglia numero 10 di Totti ad un evento che si è tenuto allo stadio Olimpico e al quale erano presenti James Pallotta e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il presidente della Roma ha regalato a Trudeau la divisa giallorossa di Totti, e il primo ministro canadese l’ha indossata facendosi poi immortalare in una fotografia. Non solo: Malagò ha riportato le parole di Trudeau che gli ha detto di aver seguito la festa d’addio per il capitano della Roma e di aver pensato si sia trattato di “una cosa unica al mondo, non pensavo di vedere una cosa del genere”. Un fenomeno di globalizzazione, l’ha definita il politico canadese; effettivamente è proprio quello che Totti ha rappresentato nei suoi 25 anni di una strepitosa carriera in Serie A indossando una sola maglia, quella della Roma. (agg. di Claudio Franceschini)
A margine dell’addio alla Roma di Francesco Totti sono ovviamente tanti, tantissimi i commenti arrivati dal mondo del calcio (e non solo) per salutare una leggenda che ha fatto grande non solo la squadra giallorossa ma anche la Nazionale. “Mi piace ricordarti con la medaglia d’oro al collo e la Coppa di campione del Mondo in mano”: così la nota di Carlo Tavecchio, presidente della Federazione, che ha voluto omaggiare Totti nel giorno della sua festa. Tutti noi in effetti abbiamo negli occhi l’immagine di Totti esultante all’Olympiastadion di Berlino, insieme ai compagni dell’Italia nella notte della vittoria del Mondiale; per il Pupone un ricordo ancor più bello, perchè solo 5 mesi prima – come ha ricordato Tavecchio – aveva subito un grave infortunio che aveva messo in forte dubbio la sua partecipazione alla Coppa del Mondo in Germania. “Il nostro ricordo è di un azzurro splendente” scrive il presidente FIGC ringraziando Totti; da ricordare che pochi giorni fa lo stesso Tavecchio aveva aperto ad un futuro in Federazione per il capitano della Roma. “Sarà lui a decidere il suo destino, qualora si manifestasse la volontà di lavorare con noi valuteremo”. Adesso potrebbe essere arrivato il momento… (agg. di Claudio Franceschini)
Anche Luciano Spalletti ha detto la sua sull’addio di Francesco Totti. Ieri fischiato e vicino all’addio, il tecnico della Roma è finito sotto la lente d’ingrandimento e nel ciclone della critica capitolina per aver “gestito male” – questo si è detto – un campione come il numero 10 giallorosso, dandogli poco spazio e mancandogli di rispetto in alcune occasioni (su tutte, il mancato ingresso in campo nella sua ultima a San Siro). Spalletti però non è mai stato “contro” Totti e lo ha dimostrato anche ieri, commentando a Sky Sport la festa per il suo capitano: “Mi rimarrà per sempre la grande atmosfera per un grande calciatore, l’emozione è stata calda e palbabile“. Alla domanda su quale ruolo consigliare a Totti ora che la sua carriera di calciatore è finita (al netto di possibili novità nei prossimi giorni), Spalletti ha poi detto che “dovrebbe avere certamente un ruolo importante, dovrebbe fare il vice-presidente”. L’allenatore toscano ha confidato di aver parlato con il calciatore e che Totti sia convinto di poter fare un altro ruolo: “Va messo a disposizione della società, sa diventare il capo branco e questo a volte può diventare un suo limite; in realtà questo non avviene”. Infine una frase lapidaria, che da oggi diventa la realtà: “La Roma dovrà imparare a camminare senza di lui”, detta per commentare come a volte “sono andato al di lì per far crescere mentalmente la squadra”. (agg. di Claudio Franceschini)
“Non è normale”. Sono assolutamente da riportare le parole che, nell’addio di Francesco Totti, il suo “erede” Daniele De Rossi ha speso per il numero 10 della Roma. Ai microfoni di Sky Sport, il centrocampista ha pienamente spiegato cosa sia stato Totti per i colori giallorossi, per la capitale d’Italia e per tutto il calcio: “Non avevo mai visto una cosa del genere in uno stadio, non è normale avere una reazione del genere per un calciatore”. Sono ovviamente parole in senso del tutto positivo, e infatti subito dopo De Rossi aggiunge che “Totti non è mai stato normale per Roma”. Aveva chiesto, appena prima che il capitano leggesse la sua lettera di addio, di non commuoverci: “Oggi sarà particolare” aveva detto Capitan Futuro “non sarà possibile festeggiarlo a dovere in un’ora, noi possiamo solo fargli sentire il nostro affetto”. Ed effettivamente è stato così: adesso De Rossi può ereditare la fascia di capitano ufficialmente, ma con grande umiltà il centrocampista della Roma ha detto che “non è certo questo che adesso è importante, ne abbiamo comunque già parlato”. (agg. di Claudio Franceschini)
La commovente lettera che Francesco Totti ha detto di fonte ai suoi tifosi raccolti all’Olimpico per dare un ultimo saluto al loro capitano al termine della partita tra Roma e Genoa, nell’ultima giornata della serie A 2016-2017, emerge chiaramente una forte umanità da parte del numero 10 giallorosso, anche se per i i suoi fan e non solo lui rimarrà sempre qualcosa di sovraumano. “Concedetemi un po’ di paura, stavolta sono io ad aver bisogno di voi e del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato. Solo con il vostro affetto riuscirò a buttarmi in una nuova avventura”. Così Totti ha voluto spiegare i suoi sentimenti di queste ultime settimane spiegando anche i motivi del suo silenzio: per tanto tempo dirigenza e altre fonti da Trigoria ribadivano che la partita di ieri sera darebbe stata l’ultima di Totti con la maglia della Roma ma lo stesso capitano non aveva mai dato in questi giorni l’annuncio ufficiale: “Scusatemi se in questo periodo non ho chiarito i miei pensieri ma spegnere la luce non è facile, adesso ho paura, non è la stessa cosa che si prova davanti alla porta”. (agg Michela Colombo)
Un annuncio commovente quello di Francesco Totti, che ha annunciato alla fine della partita della Roma di dover abbandonare la squadra ed il numero 10, che lo ha accompagnato nella sua lunga carriera. “Ho pianto sempre, tutti i giorni, da solo come un matto”, afferma fra gli applausi Tottigoal, sottolineando come i 25 anni di carriera calcistica siano stati importanti soprattutto per l’affetto dimostrato dai tifosi. Al suo fianco la moglie Ilary Blasi e i figli, che non hanno smesso di stargli accanto in un momento così doloroso e sofferto. Un amore per la Roma evidente nella volontà del calciatore di non abbandonare mai la squadra e quella maglietta che ha indossato centinaia, migliaia di volte.
Prima di leggere la sua lunga lettera, Francesco Totti ha voluto specificare di non essere sicuro di arrivare fino in fondo, data la commozione. I tifosi presenti in quel momento, molti in lacrime, non hanno fatto altro che incitare il Capitano.
“Lo sapete qual era il mio giocattolo preferito? Il pallone. E lo è ancora”. Così parla Francesco Totti trattenendo le lacrime, puntando il dito contro il tempo. Lo stesso che oggi gli impone di essere uomo, di allontanarsi definitivamente dal campo erboso e dall’adrenalina “che ti consuma e ti dà tanti risultati”. Un sogno lungo 25 anni e concluso con una secchiata d’acqua. Un po’ come accade da bambini, quando le mamme svegliano i piccoli per andare a scuola. “Ma questa volta non era un sogno, ma la realtà”, continua Totti. Gli applausi, interminabili, si alternano alle lacrime di tutti i presenti, fra striscioni che inneggiano “all’unico Capitano”. Francesco Totti si è anche scusato con gli ammiratori per essere rimasto in silenzio negli ultimi giorni, rivelando allo stesso tempo di avere paura.
E non quel sentimento che ti coglie poco prima di tirare in porta. “Questa volta sono io, ad aver bisogno di voi e del vostro calore”, continua, mentre dalle tribune si solleva un coro in onore del calciatore, a cui seguono applausi senza fine.