La partita che è andata in scena tra Shakthar Donetsk e Feyenoord è stato un match equilibratissimo, che si è giocato su alcuni decisivi punti. All’inizio della partita il Feyenoord, forse sospinto dal calore del pubblico di casa e dalla necessità di vincere, sembrava essere pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Il tecnico orange Giovanni Van Bronckhorst, infatti, aveva schierato un iper-offensivo 4-3-3 di stampo zemaniano, della serie o la va’ o la spacca. E non aveva fatto male visto che i biancorossi erano passati in vantaggio dopo appena 7′ minuti di gioco sorprendendo uno Shakthar ancora imbambolato. A poco a poco, però, gli ucraini hanno ripreso il bandolo della matassa e sono riusciti a ritrovare il loro gioco fatto di manovra fitta, passaggi di prima e robuste verticalizzazioni. Ripreso in mano il pallino del gioco, ecco il pareggio e poi il sorpasso con doppietta di Bernard. Il Feyenoord è parso voglioso di dimostare al proprio pubblico di essere una squadra pronta per questa Champions League e oggettivamente ha fatto quel che ha potuto: un finale arrembante e disperato, una sorta di assedio a forte Apache che però ha fruttato soltanto una espulsione ucraina e poco più.
LE STATISTICHE
1-2 il risultato finale, quindi, in fin dei conti giusto: a tutt’oggi lo Shakthar è ancora più squadra, benché con qualche leggera pecca in fase difensiva. Il possesso di palla è stato più o meno equilibrato, con lo Shakthar leggermente al di sopra del 50% (52%) e il Feyenoord poco al di sotto (48%). Anche nei tiri in porta l’equilibrio è stato sostanziale: 12 tiri per il Feyenoord e 8 per lo Shakthar, a sottolineare come non ci sia stato un vero e proprio dominatore in campo. Vittoria importantissima questa per gli ucraini che volano al secondo posto del girone, il gruppo F, a 6 punti. Davanti c’è l’irraggiungibile Machester City a 9, che stasera ha battuto il Napoli di Maurizio Sarri mettendolo nei guai. Con i partenopei a 3 punti, gli ucraini adesso hanno un bel margine di sicurezza, anche se niente nel calcio va dato per scontato. La squadra italiana, a questo punto, se vuole ancora sperare in qualcosa di più, non deve sbagliare un colpo e vincerle tutte.
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